Aborto rapido: una grande menzogna contro i più deboli Per il Movimento per la Vita l'Aifa ha fatto un grave errore

Pubblichiamo il Comunicato stampa del «Movimento per la Vita» sull’abolizione dell’obbligo di ricetta per la cosiddetta «Contraccezione di emergenza».

«Scarto globale» all’opera per espellere dalla società dei più deboli, poveri, inermi tra gli esseri umani, per non vedere, per non sapere, per non restare minimamente coinvolti in una storia che riguarda vite umane nella fase più giovane della loro esistenza (figli appena concepiti) e vite umane in fase più avanzata di giovinezza al di sotto dei 18 anni.

Non vi è dubbio che la Determina 998 dell’8 ottobre scorso con cui l’AIFA ha eliminato anche per le minorenni l’obbligo di ricetta per la c.d. «contraccezione di emergenza» fino a cinque giorni dopo rientra in questa macchina ideologica che produce, seminando menzogna e confusione, un enorme scarto di vite umane.

Non è vero, infatti che si tratta di semplici «contraccettivi», si tratta invece di «intercettivi» o «contragestativi», cioè prodotti

assunti entro le 72 ore successive a un «rapporto non protetto» (pillola del giorno dopo: Norlevo o Levonelle) o entro i successivi 5 giorni (EllaOne) – i quali, se il concepimento del figlio è avvenuto, rendono l’utero inospitale causando la morte del concepito.

Siamo di fronte a nuove forme di aborto illegale, tanto più gravi quanto più nascoste e contrastanti con l’art. 1 della legge 194 che impone allo Stato di tutelare la vita umana sin dal suo inizio e di evitare che il ricorso all’aborto sia considerato mezzo di controllo delle nascite.

Non è dunque vero che si va nella direzione della diminuzione degli aborti, anzi la strada presa è quella della loro moltiplicazione occulta perché gli aborti compiuti in fase precocissima vengono ignorati in virtù sia di artifici linguistici che chiamano l’aborto contraccezione, sia di manipolazioni concettuali che fanno iniziare la gravidanza con l’annidamento del figlio nell’utero della mamma.

Ma la menzogna più grande e grave è quella che riguarda, appunto, i figli nei primissimi momenti della loro esistenza nel grembo della mamma, come in una provetta di laboratorio: cancellati come esseri umani, ritenuti inesistenti, ridotti a grumi di cellule o materiale biologico. Una sconfitta della scienza, della ragione e del buon senso.

Ancora una volta uno sgravio per i medici di base che avranno meno ricette da fare e per una sanità che si «alleggerisce» dagli aborti che potrebbero essere praticati in epoca gestazionale più avanzata.

Dispiace pensare che ragazze minorenni, nella fase della pubertà o dell’adolescenza, siano investite dalla cultura dello «scarto mondiale».

È urgente e indispensabile una profonda ed estesa opera educativa che offra una visione alta e affascinante dell’amore umano che comprende la bellezza e la ricchezza della sessualità anche in ordine alla sua intrinseca dimensione generativa.

Ma urgente è anche, e soprattutto, continuare a ricordare e a ribadire, senza timidezze e timori, che il concepito è uno di noi, sapendo che il rinnovamento generale della società parte da qui.

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