Accogliere, proteggere, promuovere e integrare Il 29 settembre è la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato

Lespressione «globalizzazione dell’indifferenza» sintetizza efficacemente la tendenza prevalente nella società contemporanea.

Tutto ormai è «globalizzato», nel bene e nel male: la cultura, la scienza, il progresso tecnologico, il commercio, la moda, la finanza, le guerre più o meno fredde o calde e l’indifferenza, che è la peggiore di tutte le globalizzazioni.

Perfino la guerra prospera e si nutre dell’indifferenza di coloro che non sono direttamente coinvolti, per non parlare di quelli che la sfruttano con la vendita degli armamenti o altro.

«Il problema non è il fatto di avere dubbi e timori», dice papa Francesco, connaturati alla natura umana e, pertanto, normali ed accettabili, a condizione che si riesca a gestirli correttamente.

Se i «timori» vanno superati con il coraggio e la carità, discorso a parte meritano, a mio avviso, i «dubbi», che non possiamo sciogliere ricorrendo frettolosamente e semplicisticamente alla prima delle virtù teologali, la fede, ma accettando di passare attraverso un preliminare e consapevole percorso di logica umana, che ci dia piena conoscenza di tutti gli aspetti del problema, anche dei più scabrosi e difficili.

Fa specie, a tal proposito, notare come le vicende dei migranti vengano spesso osservate – da una parte e dall’altra – con un atteggiamento viscerale, acritico e superficiale, con spirito da «crociata», che obnubila le menti e acuisce le contrapposizioni, impedendo di trarre conclusioni corrette e costruttive.

Il tema va esaminato, a mio modo di vedere, con un approccio sereno, obiettivo e, soprattutto, approfondito e completo.

Certo, è molto più comodo ed agevole preoccuparsi degli aspetti più appariscenti e «teatrali» del fenomeno, che non delle sue origini, con la scusa che certe questioni non sono alla nostra portata.

Sarebbe oltremodo necessario, invece, che chi si scandalizza giustamente e protesta platealmente quando ad una nave che ha raccolto un gruppo di migranti viene impedito (o ritardato) l’approdo, si sforzasse anche di riflettere a 360 gradi sul fenomeno e si scandalizzasse e protestasse ancor di più per le cause prossime e remote delle migrazioni, denunciandone con altrettanta foga i responsabili.

Mi riferisco, in primo luogo, alle multinazionali che sfruttano cinicamente i paesi da cui partono i migranti, depredando le loro risorse naturali.

Scrive il Papa: «Promuoviamo lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e aiutiamo anche la comunità mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si è data»; «I Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati».

L’uso, sicuramente non casuale, dell’aggettivo «umane», induce a riflettere sulle conseguenze nefaste di una migrazione assecondata ed agevolata senza alcun criterio.

Penso, poi, a quegli stati ed a quelle organizzazioni che esercitano o avallano il commercio delle armi («Le guerre interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti») ed alle nazioni che lucrano sull’offerta di ipocriti «servizi» finanziari, pretendendo a garanzia depositi monetari a dir poco indecorosi.

Per non parlare, poi, dei problemi dell’assistenza a lungo termine e dell’integrazione, che dovrebbero essere affrontati con minor pressapochismo («Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo»; «accogliere, proteggere, promuovere e integrare”).

Padre Stefano Messina – Direttore Migrantes Regione Sardegna

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