Al servizio della Chiesa di Cagliari

EditorialeIl numero che avete tra le mani è un po’ più voluminoso rispetto al solito, perché celebriamo i 25 anni di episcopato del nostro Arcivescovo.

Nell’inserto, appositamente predisposto, troverete diversi contributi, anche dei collaboratori di monsignor Miglio che, da cinque anni, condividono con lui la realizzazione del progetto pastorale.

L’arrivo di Miglio nel 2012 è stato salutato con favore da diversi ambienti della diocesi, sia da laici che da consacrati.

Il primo editoriale a sua firma, su queste pagine, il 29 aprile del 2012, aveva come titolo «Per il bene comune», a sottolineare come quello dovesse essere il metro di misura dell’azione pastorale ma anche l’obiettivo da raggiungere. «La Sardegna – scriveva il Vescovo – ha un bisogno particolare di essere conosciuta e amata, ma, da continentale divenuto sardo di adozione, vorrei aggiungere che la Sardegna ha molto da offrire ed è chiamata a lavorare per il bene comune di tutto il Paese, grazie alla sua cultura, alle sue tradizioni, alla ricchezza ambientale che è uno dei suoi beni più preziosi da custodire con cura. Ci attendono dunque – aggiungeva – anni intensi da dedicare all’impegno educativo, che parte dalla catechesi e si apre a tutti gli ambiti della formazione, della persona anzitutto e insieme della vita professionale».

Questi temi sono diventati parte integrante degli orientamenti pastorali sia del primo triennio che del secondo ancora in corso. «L’impegno sociale della Chiesa – sottolineava ancora monsignor Miglio – non è altro dal suo impegno pastorale, non è parallelo a questo, ma ne è la conseguenza diretta».

L’avvicinarsi delle Settimane sociali a Cagliari ne è la conferma.

Nel numero del 4 marzo dello stesso anno, l’allora direttore Sergio Nuvoli aveva raccolto la prima intervista a monsignor Miglio. Tra le priorità indicate c’era quella della formazione cristiana che «ciascun cattolico – affermava il Vescovo – è chiamato oggi a coltivare. Impegnarsi nella società da cattolici significa anzitutto portare la ricchezza spirituale e culturale che viene dal Vangelo, capire che i valori evangelici sono la base per una società e un’economia che vogliano rispettare l’uomo e considerarlo sempre il capitale più importante».

Affermazioni che oggi non mancano di essere ripetute anche da papa Francesco il quale, nel settembre 2013 a Cagliari, con accanto monsignor Miglio, aveva ricordato i danni del capitalismo sfrenato complice della finanza senza regole.

L’impegno profuso in questo lustro di servizio alla diocesi da parte di Miglio è stato notevole, realizzato in pieno spirito evangelico ma, come sempre accade in tutte le storie, accanto alle rose non sono mancate le spine, anche se le une non possono vivere senza le altre.

C’è un ultimo aspetto, forse un po’ di carattere personale. Era il febbraio del 1995. Monsignor Arrigo Miglio guidava la diocesi di Iglesias: ai primi del mese convocò una riunione in episcopio. Bisognava far nascere il Consiglio pastorale diocesano, vennero quindi chiamati anche i laici. Tra questi anche il sottoscritto, come responsabile di Radio San Pietro, emittente parrocchiale di Carloforte. La richiesta di un maggiore impegno in diocesi non si conciliava però con la necessità di chiudere gli studi universitari.

Necessariamente le strade si separarono: 17 anni dopo, con la nomina alla guida della diocesi cagliaritana, quelle strade si sono riunite, fino alla richiesta di dirigere il giornale, incarico accettato in pieno spirito di obbedienza e di servizio.

Grazie per la fiducia, e auguri!

Roberto Comparetti

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