Amerai il Signore tuo Dio, amerai il prossimo tuo XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, alcuni farisei In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

(Mc 12, 28-34)

Commento a cura di Emanuele Mameli

Da questo numero sarà don Emanuele Mameli, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, a commentare il brano del Vangelo. Un grazie a suor Rita Lai per il servizio assicurato in queste settimane.

Dopo Il percorso di fede che l’evangelista san Marco ci sta proponendo in queste domeniche, è scandito dal racconto di alcuni incontri e dialoghi di Gesù con i suoi discepoli, con gli uomini del suo tempo. In essi sta emergendo la novità di Gesù, e ciò che Gesù indica come “nuovo” nella vita di chi vuole seguirlo. Stiamo facendo i conti con le resistenze, le perplessità, le fatiche dell’uomo davanti al progetto di Dio.

L’apostolo Pietro, l’uomo ricco, Giacomo e Giovanni, il gruppo dei dodici: in essi ci siamo ritrovati anche noi con i nostri dubbi, le nostre paure e resistenze, la nostra fatica ad accettare la novità del Vangelo. E finalmente, dopo la pagina di domenica scorsa di Bartimeo, l’uomo cieco che ritrova la vista grazie a Gesù e per la sua fede, questa domenica un altro incontro illuminante, quello con uno scriba affascinato dalla sapienza di Gesù. La sua domanda «Qual è il più importante di tutti i comandamenti» e la risposta data da Gesù ci collocano sull’essenziale della fede cristiana e sull’essenziale di ciò che Dio chiede a chi crede in Lui.

Il primo atteggiamento che viene posto in evidenza da Gesù, sulla scia della rivelazione biblica d’Israele, non è tanto nell’ordine pratico del fare, del comando da eseguire.

Gesù citando il brano del Deuteronomio inizia la sua risposta: Ascolta Israele, il Signore nostro Dio è l’unico Signore. Cioè prima ancora di fare, di eseguire qualcosa, fermati ad ascoltare qualcosa, o meglio Qualcuno di veramente importante; fermati per udire con il cuore ciò che il Signore vuole compiere, realizzare e dire alla tua vita e apriti a riconoscere in Dio il tutto della tua vita.

Signore per Israele è il Creatore, è colui che ha spezzato i legami della schiavitù e ha condotto il popolo verso la libertà; Signore è colui che nonostante tutte le fragilità, i tradimenti, la storia di peccato si mostra misericordioso, paziente nell’amore. Ora dall’ascolto e dall’esperienza di questo amore di Dio per l’uomo, per il fatto che l’uomo di fede ha fatto tesoro della misericordia che il Signore ha usato nella sua vita, il comando “Amerai il Signore Dio tuo….” può acquistare significato concreto, esistenziale, totale e non solo a livello di definizione.

Amerai rappresenta la nostra personale e totale risposta all’amore di Dio: un amore sperimentato, incontrato, scoperto.  Si può amare e si può camminare nella via dei comandamenti perché alla base di tutto c’è aver toccato con mano e aver accolto nella propria vita quanto il Signore è misericordioso, quanto grande è l’amore di Dio.

Gesù risponde allo scriba che il primo dei comandamenti non è da solo, ma ad esso se ne accompagna un altro, strettamente congiunto, coinvolto indissolubilmente nella stessa dinamica. «Amerai il tuo prossimo come te stesso». È nella capacità di mantenere uniti  l’amore a Dio e l’amore al prossimo,  la misura della vera fede e della creatività cristiana.

Amore per Dio e amore per il prossimo camminano insieme e  uno illumina e da senso all’altro. È in Gesù che troviamo la vera capacità di amare totalmente Dio e il prossimo: Gesù ha detto con tutto se stesso Si a Dio, ha offerto tutta la sua libertà perché si realizzasse la volontà di Dio suo Padre «Non la mia ma la tua volontà si compia». 

Allo stesso tempo e nello stesso modo Gesù ha amato il suo prossimo, si è fatto vicino alle sofferenze e alle ansie dell’uomo, ha condiviso, portando su di sé, il peso della croce e offrendosi per amore.

È a Gesù in croce che possiamo continuamente guardare per verificare quotidianamente se nelle scelte della nostra vita esprimiamo concretamente e con autenticità l’amore per Dio e l’amore per il prossimo.

Per sentirci dire da Gesù come allo scriba del Vangelo «…non sei lontano dal regno di Dio».

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