Bartimeo, la tua fede ti ha salvato XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

BartimeoDal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! ».

Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

(Mc 10,2-16)

Commento a cura di Rita Lai

Che cosa vuoi che io ti faccia? Siamo in un contesto pubblico, su una strada di Gerico che sembra essere la casa di Bartimeo, un uomo cieco, povero, che vive di elemosine. Gesù va via in mezzo alla folla, seguito dai discepoli, poco prima dell’ingresso in Gerusalemme (Mc 11, 1ss) e subito dopo il vangelo di domenica scorsa che ci ha posto dinanzi all’imbarazzante domanda dei “figli del tuono”.

Ora arriva un’altra domanda, meno imperiosa, di tutt’altro genere, ma ugualmente impossibile. Un cieco chiede di vedere di nuovo. Questo «di nuovo», adombrato dal verbo anablepo, ci dice che non è un cieco nato, ma uno che prima vedeva e ora chiede di vedere ancora. Impresa ardua, quindi.

Quest’uomo sa cosa significa l’esperienza di vedere, se la ricorda. Ma sembra anche conoscere quella di sentire: Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire… Sente che era Gesù, lo conosce di fama: ha sentito parlare di Lui.

Bartimeo  è un uomo attento, che non si lascia sfuggire i particolari e sa sfruttare le circostanze opportuna. Gliene capita una e l’afferra al volo: vuole incontrare Gesù.

Non ha altro modo per attirare la sua attenzione: grida forte e, rimproverato dai presenti, sempre impegnati nella selezione di chi può avvicinare il Maestro, grida ancora più forte. È dunque un uomo tosto, che non si lascia intimorire. E lo chiama col titolo giusto: Figlio di Davide, abbi pietà di me.

Bartimeo dimostra di saper ascoltare, vuole vedere, ma sa anche parlare: la sua preghiera è breve e intensa, diventerà nella tradizione cristiana la «preghiera del nome».

Lui invoca il Maestro chiamandolo Figlio di Davide e chiedendogli semplicemente pietà. Quest’uomo sembra pronto all’incontro con Gesù: eppure è cieco, povero, all’ultimo posto della società, senza sicurezze, senza risorse.

Ma sa usare i sensi che gli rimangono, sa fare tesoro di ciò che ascolta e soprattutto ha coraggio e determinazione: ed ecco arriva il suo momento. Gesù lo fa chiamare  e notiamo che l’approccio di chi lo chiama (non viene specificato chi sia) cambia dal rimprovero addirittura alle parole di incoraggiamento (come siamo mutevoli noi uomini!).

Bartimeo butta via il mantello e corre da Gesù; ha preparato questo suo momento. Ora lascia tutto e non se lo perde. Ed ecco la domanda del Maestro: Che cosa vuoi che io ti faccia? Sembra un dialogo già iniziato prima, eppure Bartimeo non aveva mai visto Gesù.

Dove avviene allora questo dialogo? Sarebbe persino banale rispondere.

Siamo invitati a pensare al nostro personale dialogo col Signore, quello che senza intimismi passa per la nostra vita e per i nostri sensi: ascoltare, vedere, parlare per annunciarlo. Solo in un rapporto di grande confidenza il Signore può fare quella domanda, anche se non si sono mai incontrati: Gesù conosce Bartimeo. Lo conosce nell’intimo, il cieco sa chi Lui è. E risponde chiamandolo Rabbunì,  Maestro. Gesù lo esaudisce,  gli dice: «Va’, la tua fede ti ha salvato».

La fede salva Bartimeo, una fede cha parte da lontano, che è stata coltivata con cura e in questo incontro trova la sua maggiore espressione, la più feconda. Infatti, non appena riacquistata la vista, egli segue il Maestro. Ora non gli manca nulla per seguirlo sulla strada, su quella stessa strada dove prima viveva la sua vita fragile, ora toccata e benedetta dall’incontro con Gesù che vede la sua fede e fa di lui un discepolo vero.

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