Coltivare la fiducia nella relazione un esercizio che richiede umiltà, impegno e coraggio La formazione

PastoraleLa fiducia è legame, amicizia, amore, confidenza: un filo che unisce un uomo e una donna che nel tempo hanno imparato a conoscersi, apprezzarsi e abbandonarsi l’un l’altra. Sebbene «fidanzamento» derivi dalla parola fiducia, essa più che una base di partenza è una conquista.

Coltivare la fiducia nella relazione è un esercizio che richiede umiltà, impegno e coraggio, per uscire dal proprio ego guardandosi negli occhi che restano lo specchio dell’anima anche nell’incertezza, aprendosi al dialogo con sincerità e amore scambievole unito ad un sano umorismo.

Nonostante la fiducia non ci preservi dalla crisi e non ci sia una regola salvifica valida allo stesso modo per tutti, fare amicizia con le proprie debolezze e quelle altrui, senza paura di confrontarsi, trovando il modo di sorridere degli errori reciproci, favorisce la costruzione di una buona relazione che rende la vita più semplice e gradevole a tutta la famiglia.

Quando gli sposi capiscono che devono mettere al primo posto la loro relazione, prima delle esigenze personali, prima del lavoro, prima dei figli, allora troveranno anche il tempo per stare di più insieme e rinsaldare le affinità elettive che li avevano fatti incontrare, fino alla scoperta e alla decisione di essere fatti l’uno per l’altra. Nel cammino della vita di coppia amare e scommettere sulla fiducia è una decisione da rinnovare ogni giorno e in particolare nei periodi in cui la ripetitività dei gesti vissuti nel quotidiano rischiano di generare stanchezza, noia, apatia e silenzi prolungati.

«Gli sposi che si amano e si appartengono, parlano bene l’uno dell’altro, cercano di mostrare il lato buono del coniuge al di là delle sue debolezze e dei suoi errori… ricorda che tali difetti sono solo una parte, non sono la totalità dell’essere dell’altro» (Amoris Laetitia 113). Come a dire che la persona è più importante del suo limite, il «tutto» è sempre più grande della «parte». «L’amore convive con l’imperfezione e sa stare in silenzio davanti ai limiti della persona amata» (Amoris Laetitia 113).

Il cuore è il luogo in cui nasce l’amore, il cervello è il luogo dove questo amore matura, l’anima si occupa della sua custodia. Quando l’amore è un  vero incontro di anime, se pur molto diverse, è necessario accettarsi incondizionatamente nella salvaguardia del rispetto reciproco. Una relazione d’amore così non ha bisogno di controllare l’altro, perché l’amore che si nutre alla fiducia aspetta, osserva, lascia la libertà, da valore alla totalità della relazione, rinuncia a possedere, non ricerca la perfezione ma si affida alla gradualità del cammino.

Se il nostro amore è mescolato a volontà di controllo e pretesa di cambiamento della persona che abbiamo scelto, ci stiamo addentrando nella zona molto pericolosa del possesso, della sfiducia, del non amore. La fiducia, insieme alla paura, sono sentimenti insiti nell’animo umano, ma nessuno ha solo paura o solo fiducia, li abbiamo sempre entrambi. Un proverbio cinese dice che «la paura bussa alla porta, la fiducia apre, nessuno resta fuori». A noi la scelta di chi far prevalere, dipende solo da noi chi mandare ad aprire la porta.

Iolanda Trudu

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