Diritti dei Rom, conoscenza della cultura e integrazione Parla, Normunds Rudevics, presidente dell’IRU a Cagliari per la Giornata mondiale

Tra le iniziative, promosse a Cagliari in occasione della Giornata mondiale dei Rom, c’è la sessione straordinaria a porte aperte dell’IRU (International Romani Union), organizzazione rappresentante all’ONU, con potere consultivo presso l’ECOSOC (Economic and Social Council), i Rom di tutto il mondo, che si svolgerà martedì pomeriggio nel Seminario arcivescovile. Il presidente Normunds Rudevics, ospite in questi giorni a Cagliari, spiega la situazione socio-politica dei Rom in Europa e l’impegno dell’IRU per promuovere i loro diritti a livello internazionale, far conoscere la loro storia e cultura, favorendo una piena integrazione. 

Quali sono i problemi più diffusi e a che punto è l’integrazione dei Rom nei diversi paesi europei?

I problemi più diffusi sono la disoccupazione, che riguarda il 70% dei Rom in Europa, e l’educazione: il livello educativo dei Rom è molto basso, i bambini sono spesso inseriti in istituti di istruzione “speciale” (collegi, scuole per bambini con bisogni speciali). Il problema fondamentale è che i bambini rom non sono motivati nello studio, perché non hanno la possibilità di lavorare dopo la laurea o il diploma. Perciò, uno dei maggiori compiti dell’IRU è garantire l’occupazione attraverso la creazione di posti di lavoro per i Rom.

Quali sono le politiche dei diversi paesi europei su questo tema?

La maggior parte dei paesi europei non hanno programmi specifici di integrazione per i Rom, che fortemente raccomandino di affrontare i diritti dei Rom a livello nazionale e locale. C’è una discriminazione politica perché i Rom stessi non hanno la possibilità di rappresentare gli interessi delle loro comunità nelle varie strutture statali.

Qual è la sua opinione sulla situazione dei Rom in Italia?

I maggiori problemi, a mio avviso,  sono la disoccupazione e l’educazione, soprattutto per i Rom arrivati in Italia da altri paesi, nell’arco degli ultimi anni. È importante creare posti di lavoro che li incoraggino a continuare gli studi, nella consapevolezza che ci sono opportunità lavorative per loro. Occorre promuovere integrazione, conoscenza della storia e della cultura rom: talvolta gli italiani hanno paura perché privi di sufficiente informazione sui Rom, e, in genere, si ha paura di ciò che non si conosce, come del resto avviene nella maggior parte dei paesi europei, in cui i Rom sono immigrati.

In che modo le politiche internazionali dell’ONU difendono i diritti dei Rom?

L’IRU è riconosciuta dalle Nazioni Unite ma sfortunatamente i nostri attivisti non sono stati in grado di ottenere un valido sostegno alle idee e ai programmi sviluppati dalla nostra organizzazione, perciò quest’anno abbiamo cambiato il nostro rappresentante presso le Nazioni Unite, nella speranza di essere supportati in modo più efficace.

Quali sono ruolo, programma, istanze e risultati delle attività dell’IRU nei diversi paesi?

L’IRU ha avviato uno studio approfondito delle conseguenze della Seconda guerra mondiale, del “Samudaripen” (genocidio dei Rom), e ha raccolto i risultati in un importante report. Inoltre, ha firmato un accordo di cooperazione con l’organizzazione della Croce Rossa, che si è fatta carico di verificare la situazione personale dei Rom in tutta Europa e ha creato un Fondo umanitario internazionale. Ancora, l’IRU ha iniziato l’identificazione dei Rom in Europa e nel mondo per realizzare una base comune di informazioni e porta avanti il confronto con il Governo dell’India (di cui storicamente i Rom sono originari, ndr) per il riconoscimento dei diritti della minoranza dei Rom.

Quali sono i temi che verranno affrontati durante la sessione dell’IRU a Cagliari?

Si discuterà della cooperazione tra India e Rom, del coinvolgimento delle due parti interessate e dell’Europa. Inoltre, vorremmo rivolgerci alle istituzioni e al governo italiano per aiutare l’IRU a promuovere un incontro ufficiale con Papa Francesco: potremmo ottenerne la benedizione, e potrebbe essere anche l’occasione che i nostri problemi vengano ascoltati, perché la difficoltà principale in Europa è che i Rom non sono ascoltati, a loro non viene data fiducia,  si ha paura di loro.

Maria Chiara Cugusi

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