Educazione affettiva e percorsi di fede

L’anno giubilare in corso ci sta offrendo innumerevoli e svariate occasioni non solo per celebrare la Misericordia di Dio ma anche per riconoscere tutte le sfumature e le implicazioni concrete che da essa derivano nella quotidianità della vita.

Come detto tantissime volte, la Misericordia ha a che fare con il cuore, con la disponibilità e l’attenzione ad accogliere l’amore e, ricevutolo, a saperne fare dono. Cogliamo, quindi, l’importanza che riveste l’educazione all’amore nella vita cristiana. Per dirlo con papa Francesco ai catechisti nel loro Giubileo. «È amando che si annuncia Dio-Amore: non a forza di convincere, mai imponendo la verità, nemmeno irrigidendosi attorno a qualche obbligo religioso o morale. Dio si annuncia incontrando le persone, con attenzione alla loro storia e al loro cammino». La pubblicazione dell’Amoris laetitia di papa Francesco ha offerto la possibilità di trovare nella preoccupazione per l’educazione affettiva dei ragazzi e degli adolescenti, un nucleo tematico attuale, decisivo nella formazione e nella catechesi, da affrontare nella sua delicatezza e urgenza.

Infatti il Papa consegna ai genitori e agli educatori cristiani, protagonisti nelle comunità parrocchiali, il compito di lasciare «il segno dell’Amore» nell’attività educativa e soprattutto nei cammini di formazione e di catechesi. La scelta assolutamente non delegabile di accompagnare responsabilmente i ragazzi e i giovani nella delicata e preziosa fase della scoperta dell’amore, della chiamata all’amore e della scelta di vivere nell’amore, appartiene a ogni comunità cristiana, a ogni catechista, sacerdote ed educatore.

Nell’orizzonte del triennio pastorale diocesano dedicato ai giovani, la proposta del Convegno dei catechisti del 5 e 6 ottobre, è quella di esplorare e riscoprire come fondamentale l’educazione affettiva nei percorsi di fede delle nostre comunità cristiane. Chiedersi, cioè, se e come riusciamo ad accompagnare i ragazzi nel personalissimo percorso di scoperta di sé e di crescita alla luce dell’amore di Dio rivelato in Gesù: un cammino verso l’acquisizione del senso della propria vita, verso «le» scelte importanti, verso la maturità affettiva e relazionale che ha nel Vangelo il punto irrinunciabile di riferimento. Consapevoli che l’educazione all’amore è sempre più concepita e vissuta come un luogo di esperienza comunitario, che trova nel gruppo dei coetanei la possibilità della condivisione e del confronto mentre nella dimensione intergenerazionale tipica delle nostre parrocchie beneficia di testimonianze, modelli di riferimento e occasioni di appartenenza indispensabili nei passaggi adolescenziali e della giovinezza. «Il segno dell’Amore», questo il titolo del convegno, oltre a dare voce ai catechisti, ai sacerdoti e agli educatori sulle esperienze, difficoltà e iniziative per aiutare i ragazzi a cogliere la novità del Vangelo anche in riferimento alla maturazione affettive e alla scelta di amare, potrà contare sul prezioso contributo di esperti a riguardo:  Alessandro Ricci, psicologo, docente all’Ups ed esperto dell’Ufficio catechistico nazionale, che aiuterà a cogliere l’importanza dell’educazione alle emozioni, ed Ezio Aceti, psicologo e consulente psicopedagogico Ufficio pastorale familiare Cei, che traccerà percorsi possibili da condividere nella comunità cristiana per accompagnare i ragazzi e i giovani nelle scelte e nella scelta di amare così come il Signore chiede.

Altri contributi su affettività e generazione digitale, sul percorso dei catechismi nella proposta di maturazione affettiva, aiuteranno i catechisti e gli educatori parrocchiali a cominciare a misurarsi insieme sulla delicata, preziosa e inderogabile responsabilità a essere, anche e soprattutto, testimoni dell’Amore.

Emanuele Mameli – Direttore Ufficio catechistico diocesano

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