Francesco Maceri: pandemia vissuta con lucidità e efficienza Parla il preside della Facoltà teologica

L’Anno accademico che si chiude è per la Facoltà teologica davvero particolare, storico come lo definisce il preside, il gesuita Francesco Maceri.

«Ci siamo trovati – racconta – a fronteggiare in breve tempo un imprevisto grave e inimmaginabile, che ci ha costretti a cambiare rapidamente e profondamente lo svolgimento del secondo semestre del corrente Anno Accademico. Oltre a condividere la forte preoccupazione per la salute di tutti e il dolore per le numerose vittime che hanno stretto in un unico abbraccio gli italiani, la comunità accademica ha vissuto e sta vivendo il tempo della pandemia con lucidità adeguata ed efficienza complessiva».

«Mi sembra opportuno ricordare – prosegue Maceri – che il Covid 19 non ha riguardato solo gli aspetti accademici: per il suo regolare funzionamento – non bisogna dimenticarlo – la Facoltà si avvale della collaborazione di personale non docente, di lavoratori dipendenti, a favore dei quali abbiamo adottato i provvedimenti appropriati tra quelli previsti dal Governo per fronteggiare l’emergenza economica, e per i quali recentemente ci siamo impegnati a garantire il ritorno al posto di lavoro in tutta sicurezza».

«Viviamo questi giorni – sottolinea – con la speranza di poter iniziare regolarmente il nuovo anno, ma anche con la consapevolezza che il virus non è scomparso, che i dispositivi di protezione individuali e collettivi devono essere usati e che si devono compiere le scelte più conformi alle leggi». 

La Facoltà ha attivato tutti gli strumenti per proseguire la sua attività. Quale è stata la risposta dei docenti e studenti?

Devo ricordare anzitutto l’aiuto tempestivo del Servizio nazionale per gli Studi di Teologia e di Scienze religiose della Cei, il quale ci ha dato alcuni orientamenti per lo svolgimento delle attività didattiche a distanza e per pianificare convenientemente lo svolgimento degli esami; ha altresì convocato online i Presidi delle Facoltà Teologiche, consentendoci di condividere domande, problemi e proposte di soluzioni.

Noi docenti abbiamo risposto in modi diversi, ma uniti nel fine comune di svolgere convenientemente i programmi. Qualcuno ha avuto difficoltà di connessione alla rete, ma ha comunque accompagnato gli studenti, indicando i testi da studiare a casa, assegnando elaborati scritti, ricevendo le loro domande e fornendo le risposte tramite mail personali; qualcun altro ha ritenuto sufficiente indicare una bibliografia voluminosa per lo studio personale; molti hanno svolto le lezioni a distanza e affrontato al meglio la sfida non facile di svolgere le lezioni in una forma diversa dal solito.

La risposta degli studenti è dipesa in parte dal comportamento e dalla metodologia che i docenti hanno adottati, in parte dalle condizioni di accesso alle lezioni, ma soprattutto dalla loro buona e sincera volontà.

I loro giudizi sull’attività didattica imposta dalla pandemia sono vari, non facile da riassumere. Per un numero significativo l’esperienza di insegnamento e il rapporto con i docenti è stato positivo e fruttuoso, e ritengono che si potrebbe ricorrere all’utilizzo accorto e ristretto della modalità a distanza anche in tempi normali.

La pandemia ha di fatto bloccato il ruolo di agenzia culturale che la Facoltà svolge nell’Isola di concerto con gli altri Atenei. Cosa ci siamo persi e come eventualmente verrà recuperato?

È stato rinviato a novembre prossimo il congresso «La legge morale naturale: prospettive odierne tra scienza e teologia», previsto per il 7 maggio scorso, ed è stato sospeso un interessante dialogo con alcuni Docenti dell’Università di Cagliari per concretizzare un’iniziativa comune di interesse scientifico e culturale.

Nel frattempo si è continuato a guardare al futuro: abbiamo quasi concluso la programmazione per il prossimo mese di dicembre di un convegno di studi sulla spiritualità di una artista sarda ben nota, e abbiamo già definito la data e il programma del Seminario da tenere insieme con l’Università di Cagliari nella ricorrenza del quarto centenario dalla sua fondazione.

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