I frutti del coinvolgimento delle famiglie nell’educazione dei bimbi e dei ragazzi Ecco una tra le esperienze di condivisione con i coniugi

PastoraleOratorio con le famiglie o per le famiglie? Gli spunti di riflessione che offre questo semplice interrogativo aiutano a comprendere il tipo di progetto oratoriale che si cerca di impostare all’interno di una comunità parrocchiale. La prospettiva può essere o quella di condividere un servizio oppure quella di offrire un servizio. In questi anni vissuti nella parrocchia di Sant’Elena abbiamo valutato che in tanti richiedono un servizio: accudire i figli durante il lavoro, seguire i ragazzi in attività di accompagnamento scolastico, intrattenerli con attività sportive. Sicuramente si tratta di ambiti molto importanti per la crescita dei giovani. Ma, fuori dalle mura oratoriali, c’è sicuramente chi sa svolgere tutto questo in maniera molto più professionale della nostra. Noi, invece, siamo chiamati a offrire soprattutto un servizio alla fede.

Dopo queste iniziali valutazioni, la nostra prospettiva si è concentrata sul lavorare per condividere questo tipo di servizio soprattutto con le famiglie. Essendo l’oratorio un tempo e uno spazio dedicato alla formazione cristiana delle giovani generazioni, non possiamo avere la pretesa di adempiere a questo compito senza la collaborazione con le famiglie, luogo principale di tale educazione.

Il tutto è partito dal Cre2015, l’esperienza estiva proposta allora dall’oratorio. Era tutto organizzato per i bambini e gli animatori, ma più passavano i giorni, più le famiglie iniziavano ad essere presenti soprattutto nelle serate al termine delle attività. Che fare? Erano un bel gruppo. Qualche partita, una gara del dolce, un momento condiviso con i figli. Al termine di quell’estate avevamo un gruppo di famiglie che avevano iniziato a creare un legame un po’ più forte con la comunità. Ripreso l’anno catechistico, ci si chiedeva cosa poter fare insieme a queste famiglie. A gennaio del 2016 un primo incontro: un gruppetto di loro aderirono. E così via, per gli altri mesi, in maniera molto embrionale, abbiamo condiviso incontri di confronto e dibattitto insieme. Poi l’altro grande momento del Cre2016. Gli iscritti aumentarono e di conseguenza anche le famiglie da coinvolgere. Fu un’altra esperienza che servì a rilanciare il nuovo anno. L’entusiasmo condiviso ci ha permesso di iniziare un percorso un po’ più strutturato durante tutto l’anno successivo con incontri mensili molto più partecipati rispetto alla prima esperienza. Si trattava di un cammino incentrato sulla famiglia e sacramenti con uno sguardo sempre attento alle problematiche educative dei figli. Un percorso che si è concluso con alcuni momenti forti: l’adorazione eucaristica con le famiglie, il rosario tutti i giorni nel mese di Maggio nelle case delle famiglie giovani e il Cre2017, tuttora in corso. L’adorazione e il rosario hanno permesso a tanti di mettersi in preghiera e di aprire il proprio cuore alla voce dello Spirito.

Il Cre2017 invece è diventato il luogo per un’attiva collaborazione ecclesiale. Ovviamente i primi protagonisti dell’esperienza oratoriale sono sempre gli animatori che conducono tutte le attività, ma le famiglie sono diventate un ottimo motore di collaborazione in tanti aspetti. Non mancano poi le esperienze come le partite delle mamme e dei papà, i giochi insieme alle squadre del Cre, le maratone e altre gare. Tutto, poi, diventa preghiera nella messa serale estiva del sabato sera aperta a tutti e in modo particolare alle famiglie.

Sono tanti i desideri che risiedono nel cuore di questi genitori: la riscoperta della propria fede che diventa personale e non legata solo alle tappe catechistiche dei figli, il bisogno di stare insieme in un luogo speciale come l’oratorio, il confronto con sacerdoti soprattutto nelle difficoltà educative, il desiderio di sentirsi parte attiva all’interno della comunità cristiana. Da queste esperienze ecclesiali emergono poi i carismi: giovani catechiste, giovani ministri straordinari dell’Eucarestia, collaboratori in tanti ambiti.

E infine la parola d’ordine che vige nel nostro oratorio: Provvidenza. Tutto è dono gratuito dell’amore di Dio che si sperimenta in tante forme e che in altrettanti modi sente il bisogno di essere trasmesso ad altri. Ecco perché, in quest’anno, si è concretizzato il desiderio di creare dentro l’oratorio un piccolo luogo adibito alla preghiera e all’incontro con Gesù: l’abbiamo chiamata l’oasi della Provvidenza per non dimenticarci mai che tutta la grazia che sperimentiamo nel nostro stare insieme come Chiesa è dono suo. Ogni giorno durante le attività oratoriali, un gruppo di mamme si reca all’oasi per pregare affidando tutto il lavoro al Signore.

Questa è la nostra piccola esperienza che affidiamo sempre alla sua volontà, invocando continuamente il dono dello Spirito per continuare in questo grande progetto condiviso con le famiglie, le piccole chiese domestiche. Dall’oratorio alle famiglie e dalle famiglie alla comunità ecclesiale: un progetto che si rigenera e che ci mette in gioco come testimoni della fede in tutti gli ambiti generazionali.

Davide Collu

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