Il regno dei cieli è simile a una rete gettata in mare XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

(Mt 13,44-52)

Commento a cura di  Fabrizio Demelas

«Il regno dei cieli è…», continua a dire Gesù. Ripetendo e sottolineando «è», Gesù insiste sulla attualità del regno dei cieli, che è una dimensione di vita del presente, del qui e ora della nostra esistenza.

Il regno dei cieli è una novità di vita, un nuovo modo di concepire noi stessi e le relazioni che abbiamo con tutti quelli che incontriamo, è uno sguardo nuovo sul mondo, sul mondo di oggi.

Il regno è la nostra vita trasformata fino a somigliare alla vita di Gesù, per esser come lui, per essere conformi al progetto che il Padre ha immaginato per la vita di ogni persona e che ha affidato a Gesù, il Figlio dell’uomo, perché la incarnasse e la rivelasse a tutti.

Gesù incarna e realizza il progetto del Padre e lo propone. Come già Dio stesso aveva fatto con la prima coppia umana, anche quella di Gesù è una proposta, non una imposizione.

E di fronte a una proposta così, l’atteggiamento più coerente è quello di chi lascia tutto per farla propria, come chi scopre un tesoro o una pietra preziosa e fa tutto ciò che è giusto fare per entrarne in possesso.

Quella di Gesù è una proposta bella, non un obbligo: la proposta di vita autentica, conforme al progetto del Padre, è una proposta che non si impone.

Qualcosa fa, però: è una proposta che interroga. Il regno dei cieli è una dimensione di vita nuova che interroga, che chiede un confronto e una risposta: «È per te, è a tua misura; ti piace? Ci stai?».

La risposta può essere esplicita o non dichiarata, ma non può mancare. Se decidi di starci, lascia tutto quello che non ti serve e fai tua quella proposta di vita, segui il modello di persona che Gesù ha incarnato, vivi, agisci, relazionati come ha fatto lui, con gli altri uomini e con il Padre.

Il regno dei cieli è una proposta per il qui e ora della nostra vita. Ma, attenzione. C’è qualcosa che riguarda il futuro, quello della fine del mondo.

Il regno è da scegliere e vivere qui e ora, non alla fine del mondo o in vista di quella fine.

Ma la domanda che il regno pone, la proposta che Gesù fa, è anche un giudizio, sempre qui e ora. Gesù non giudica; la sua stessa proposta, la proposta del regno dei cieli è un giudizio, perché mette ognuno davanti alla domanda se starci o no.

La tua risposta, se ci stai o non ci stai, è il giudizio su di te.

Hai davanti cose nuove e cose antiche: scegli.

Se decidi per il sì, dovrai cambiare: ti dovrai confrontare con l’immagine di nuova umanità che Gesù è e dovrai valutare le cose nuove e quelle antiche della tua vita, per accogliere le nuove e convertire le antiche, o abbandonarle.

In questa operazione, la tua scelta è il giudizio su di te.

Quella scelta, che ti apre al regno qui e ora, o che segna il tuo rifiuto, quella scelta, fatta qui e ora per la vita di oggi, sarà anche il giudizio finale sulla tua esistenza.

Alla fine, il giudizio sarà già dato: nessuno condannerà, perché la scelta fatta avrà già portato salvezza o dannazione.

Tutto quello che accadrà sarà soltanto una definitiva separazione, tra chi ha deciso di aderire al regno e chi, invece, lo ha rifiutato preferendo la propria misura, il proprio progetto, la propria visione della vita.

Per chi lo ha rifiutato ci sarà l’evidenza della scelta fatta. E «sarà pianto e stridore di denti».

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico