Kerygma al centro dell’attività evangelizzatrice Il nuovo direttorio per la catechesi

«Nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o “kerygma”, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale» («Evangelii gaudium», n. 164).

Le parole di papa Francesco aiutano a cogliere la novità del «Direttorio per la catechesi», redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e presentato il 25 giugno.

L’invito alla conversione missionaria (cfr nn. 49-50) è infatti il principale motivo ispiratore del nuovo Direttorio, che «offre i principi teologico-pastorali fondamentali e alcuni orientamenti generali che sono rilevanti per la prassi della catechesi del nostro tempo» (n. 10), ponendosi al servizio «dei vescovi, delle Conferenze Episcopali, degli organismi pastorali e accademici impegnati nella catechesi e nell’evangelizzazione» (ibidem).

Il testo va letto in continuità con il «Direttorio catechistico generale» del 1971 e il «Direttorio generale per la catechesi» del 1997, che costituiscono delle tappe essenziali del cammino di ricezione e approfondimento delle indicazioni del Concilio Vaticano II sulla catechesi.

Il Direttorio, seguendo il magistero di papa Francesco, mette in pratica un sano realismo pastorale, che rifugge dalla rassegnazione e dall’autoreferenzialità. Nel nostro tempo, infatti, «non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati. Abbiamo pertanto bisogno di un cambiamento di mentalità pastorale, che non vuol dire passare a una pastorale relativistica. Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede – specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’Occidente – non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata. […] C’è bisogno di una nuova evangelizzazione» (Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre 2019).

In tale prospettiva si comprende l’insistenza del Direttorio su una catechesi definita «kerygmatica», perché posta al servizio dell’adesione di fede nell’essenziale dell’annuncio cristiano: «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti» («Evangelii gaudium», n. 164). Il kerygma non è «semplicemente la prima tappa della fede, previa alla catechesi, bensì la dimensione costitutiva di ogni momento della catechesi» (n. 57).

Il testo valorizza l’ispirazione catecumenale e la dimensione mistagogica della catechesi (cfr n. 64), che deve educare ad una mentalità di fede, senza ridursi alla sua versione «scolastica» o alla mera «preparazione» ai sacramenti.

Tra le realtà cruciali del mondo odierno il Direttorio sottolinea la cultura digitale, in grado, a livello globale, di modificare «il linguaggio, plasmando la mentalità e rielaborando le gerarchie dei valori» (n. 359).

Affinché il Direttorio non sia solo un tema buono per qualche convegno è necessario che le comunità cristiane lo prendano in mano per verificare e orientare in senso missionario la prassi dell’evangelizzazione. Si tratta di una guida autorevole per attuare le indicazioni di «Evangelii gaudium».

Condividere la «gioia del Vangelo» significa andare incontro, in modo libero e gratuito, alla vita delle persone concrete, con le loro domande e attese, fatiche e difficoltà. Uno slogan in voga nel mondo laico pare fare al caso nostro: se non ora, quando?

Roberto Piredda

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