Le buone prassi realizzate dalla Caritas con i Rom La Giornata internazionale si celebra l'8 e il 9 aprile

La diocesi di Cagliari celebra la Giornata mondiale dei rom, l’8 e 9 aprile, con una serie di iniziative di rilevanza internazionale. 

«Si tratta di un’occasione importante – spiega don Marco Lai,  direttore della Caritas diocesana – per affrontare la questione dei rom, anche da un punto di vista culturale e politico, vista la rappresentanza dell’IRU (International Romani Union), cioè dei componenti del seggio di questa minoranza etnica presso l’ONU». Iniziativa che si inserisce «all’interno della progettualità promossa alcuni anni fa dalla Chiesa di Cagliari – attraverso la Caritas e l’ufficio Migrantes – per questa etnia minoritaria presente nel territorio».

Dall’estate del 2012, la Caritas porta avanti, in collaborazione con l’amministrazione di Cagliari, il progetto «Un nuovo abitare possibile», rivolto alle 26 famiglie (160 persone, di cui 94 minori) che vivevano nel campo alla periferia di Cagliari, sulla 554, poi sgomberato in seguito a un’ordinanza del sindaco, conseguente al sequestro dello stesso campo da parte della procura del Tribunale di Cagliari.

Una progettualità strutturata, di medio-lungo termine: non solo inclusione abitativa, ma anche affiancamento per il disbrigo delle pratiche burocratiche, orientamento alla regolarizzazione giuridica, inserimento scolastico dei bambini, maggiore accesso ai servizi sanitari, formazione, accompagnamento all’inserimento lavorativo.

Una co-progettazione, sostenuta da Caritas Italiana, dall’8xmille diocesano e da finanziamenti europei gestiti dall’ente locale, che, nell’ultimo periodo, ha visto l’attivazione di una seconda fase, «Nuovo lavoro possibile», primo passo verso una reale emancipazione e inclusione socio-lavorativa delle famiglie rom.

Tra i risultati ottenuti, la creazione di «Lavoro ed emancipazione», società a responsabilità limitata semplice, con due soci rom,  specializzata nel ritiro e nella vendita di materiali ferrosi e non ferrosi.

Sono inoltre in fase di attivazione alcune borse lavoro e tirocini formativi, finalizzati ad ampliare le opportunità lavorative per i giovani rom.

La Caritas e l’Ufficio diocesano Migrantes portano avanti anche il progetto «Un nuovo abitare possibile-Selargius», finalizzato al superamento del campo rom, in collaborazione con il Comune, grazie al sostegno della Regione (che, con una delibera della Giunta, ha approvato un progetto per il superamento dei campi sosta che si configurano come luoghi di marginalità ed esclusione sociale).

Il progetto vede impegnata un’équipe di una ventina di operatori con competenze professionali, tutti volontari, insegnanti, medici, pediatri, avvocati, psicologi, operatori sociali. Dopo il completamento della prima fase di censimento e ascolto delle 22 famiglie (100 destinatari, di cui 45 minori), sono state individuate le abitazioni, e alcune delle famiglie sono già pronte a lasciare il campo.

Inoltre, è stata fatta  una sensibilizzazione delle comunità parrocchiali, già pronte per accogliere,  incontrare e aiutare queste famiglie.

Nello stesso campo,  grazie all’Ufficio diocesano Migrantes, come spiega il direttore padre Stefano Messina, da circa tre anni, è stato attivato il progetto «A scuola con Ceferino», dopo-scuola che ha visto coinvolti una trentina di bambini con difficoltà di inserimento e alfabetizzazione, che frequentano le scuole elementari e medie del territorio. Il progetto ha visto il coinvolgimento attivo anche dei genitori, per sensibilizzarli all’ottemperanza dell’obbligo scolastico  dei figli. 

Negli ultimi anni sono stati inoltre organizzati diversi seminari per rafforzare la conoscenza della cultura e della storia rom; infine, è in uscita il libro «Il cammino dei rom in Sardegna», della Fondazione Migrantes, curato dall’Ufficio diocesano Migrantes, che ripercorre la storia dei rom nell’Isola, dalle prime tracce della loro presenza, nel 1490, ad oggi.

Maria Chiara Cugusi

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