Le parole di chi ha vinto e di chi ha perso I rappresentanti di alcune formazioni commentano il risultato delle urne

Le paroleL’elettorato sardo ha premiato il movimento Cinque Stelle, che ha guadagnato oltre il 42 percento dei consensi, configurandosi come primo partito nell’Isola, in linea con i risultati in campo nazionale. Vanno ai pentastellati i nove collegi uninominali, sia al Senato che alla Camera.

Per il risultato ottenuto dai «grillini», soddisfazione è stata espressa dal coordinatore regionale della campagna elettorale Mario Puddu. Il primo cittadino di Assemini si gode il trionfo. «È un risultato – afferma – che parla chiaro sulla volontà dei cittadini. Siamo il primo partito in Sardegna e in Italia e questo perché gli elettori hanno creduto nelle nostre proposte e nel nostro programma. Dobbiamo attendere – sottolinea – per capire in quale modo sarà possibile tradurre questa fiducia in termini di governabilità, perché dobbiamo fare i conti con una legge elettorale strana».

Se in casa Cinque stelle si festeggia la sinistra italiana, moderata e non, crolla.

Il Partito democratico non raggiunge il 20 percento di consensi e in Sardegna conferma solo tre parlamentari: Romina Mura, Gavino Manca e il segretario regionale Giuseppe Cucca.

«Abbiamo fatto –  rivendica Cucca – un risultato superiore delle altre regioni del Centro sud. Non mi aspettavo una sconfitta di queste dimensioni. È evidente – prosegue – che non siamo riusciti a comunicare la bontà e la portata delle cose fatte».

Le urne hanno penalizzato i democratici con un voto che secondo il segretario Cucca fotografa «il segnale di un malessere diffuso».

Davanti al plebiscito a favore del Movimento pentastellato, anche il Centrodestra, che si conferma prima coalizione in Italia, è posto davanti a importanti interrogativi.

Per l’ex presidente della Regione e coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, il primo dato politico che emerge nell’Isola «è il risultato di Forza Italia, che contrariamente al dato nazionale – spiega – supera la Lega. È un risultato generato dal forte disagio dei cittadini che hanno con questo voto voluto esprimere dissenso verso la politica. Per quanto riguarda la questione governabilità – conclude – il mandato penso andrà a Matteo Salvini, il quale non ho dubbi sarà coerente e corretto nei confronti della coalizione».

C’è un elemento che però lascia l’amaro in bocca, i dati sull’affluenza alle urne: a livello nazionale ha superato i 70 punti percentuali sia alla Camera che al Senato, mentre in Sardegna sono leggermente inferiori, fermandosi a poco più del 65 percento.

Nella nostra Isola la disaffezione al voto continua a interessare troppe persone.

Maria Luisa Secchi

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico