Lotta dei pastori: la tregua è agli sgoccioli Senza risposte concrete ripartirà la vertenza

Ancora qualche settimana e, se non arriveranno risposte certe, ripartirà la lotta.

I pastori sardi, riuniti sabato scorso a Tramatza, nell’oristanese, non hanno parlato di un immediato ritorno nelle strade.

Ma è chiaro che stiano aspettando fatti e risultati, entro l’estate. Oltre i pastori non possono aspettare ancora.

Nell’assemblea si è parlato dei provvedimenti emessi dalla Magistratura, 14 persone denunciate, con obbligo di dimora, dopo i giorni caldi delle proteste in piazza.

Sono pronti ad autodenunciarsi in massa dopo i provvedimenti giudiziari perché, hanno detto, chi è stato denunciato non ha fatto niente di più di quello che hanno fatto gli altri.

Il riferimento non è agli assalti alle cisterne, ma alle manifestazioni in tutta l’Isola.

Prima della riunione in Prefettura a Sassari, prevista il 31 maggio, un incontro in Regione, il primo per l’assessora Gabriella Murgia,

Da sottolineare che durante i lavori a Tramatza i pastori hanno ribadito come la loro proposta non debba essere strumentalizzata e che tratteranno solo con il Ministro, riconosciuto come unica istituzione deputata a dare le necessarie risposte.

Sul tavolo delle trattative gli annunciati bandi per il ritiro delle eccedenze del pecorino romano,  e la riforma dei consorzi di tutela: su questo gli allevatori e i loro rappresentanti sono stati nuovamente convocati in prefettura a Sassari per un incontro al tavolo di filiera.

Un appuntamento che molti ritengono decisivo: a seconda delle risposte che verranno date scaturirà la possibile mobilitazione dei pastori.

Si sentono abbandonati perché si è passati da un’elezione dopo l’altra, hanno dichiarato, ma le soluzioni tardano ad arrivare. Anzi all’interno del Movimento dei pastori c’è chi ha definito strumentale l’azione politica di alcuni personaggi: la questione è stata cavalcata non per cercare soluzioni al problema ma solo all’interno di una «visione elettorale».

Per questo l’azione dei pastori sarà sempre più serrata e gli allevatori saranno meno propensi ad accontentarsi di promesse ma chiederanno atti concreti.

Da due mesi la protesta è scemata, anche se i problemi restano, specie per le 14 persone che hanno ricevuto provvedimenti cautelari.

Secondo Felice Floris, leader del Movimento Pastori Sardi, «è stato presentato il conto contro persone che hanno come unica colpa quella di essere pastori e di essere, grazie ai loro sacrifici, gli artefici dell’unico segmento industriale che in Sardegna funziona, l’industria agro-alimentare. Per non parlare della vitalità che diamo ai nostri paesi attraverso il nostro ruolo economico, sociale e ambientale».

Insomma dopo mesi di silenzio e di relativa calma i pastori sono nuovamente in allerta, perché quanto stabilito nell’ultima riunione a Sassari non ha ancora trovato attuazione.

A questo si è aggiunto l’intervento della Magistratura, con le 14 persone sottoposte a obbligo di firma e di dimora, che ha messo in allarme gli oltre 20mila allevatori sardi, i quali chiedono solo di veder riconosciuto il loro lavoro con una giusta ricompensa: un euro ogni litro di latte può essere considerato un prezzo congruo.

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