Saluto di monsignor Miglio alla Diocesi di Cagliari Dalle colonne del quotidiano «Avvenire»

Pubblichiamo il testo dell’articolo apparso sulle pagine del quotidiano «Avvenire», relativo alla celebrazione di saluto dell’arcivescovo, Arrigo Miglio, alla comunità diocesana.

Con una celebrazione solenne in Cattedrale, nella festività di Santo Stefano, monsignor Arrigo Miglio ha voluto salutare la diocesi di Cagliari, al termine del suo mandato episcopale.

Dal 5 gennaio infatti sarà monsignor Giuseppe Baturi a guidare la più grande diocesi della Sardegna.

Monsignor Miglio aveva iniziato il suo servizio a Cagliari nell’aprile del 2012. Non era la prima volta del presule piemontese in Sardegna: dal 1992 al 1999 aveva guidato la diocesi di Iglesias.

Nel corso del suo episcopato la Chiesa cagliaritana ha vissuto momenti importanti: dalla visita di papa Francesco il 22 settembre del 2013, a pochi mesi dall’ascesa al soglio pontificio di Bergoglio, alla celebrazione della Giornata nazionale del Ringraziamento nel novembre del 2015 fino alla 48ma Settimana Sociale dei Cattolici italiani, che aveva per tema «Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale».

E proprio i temi del lavoro e del sociale hanno caratterizzato fortemente l’episcopato: i rapporti con il mondo del lavoro sono stati frequenti e proficui, così come le sollecitazioni alla ricerca del bene comune sono state una costante nell’esercizio del ministero episcopale di monsignor Miglio. Grande attenzione alle famiglie e ai giovani: ad entrambi ha dedicato i piani pastorali degli ultimi anni.

Nei saluti, che hanno preceduto la celebrazione, il Vicario, monsignor Franco Puddu, ha voluto ricordare la paternità nell’azione pastorale dell’Arcivescovo, così come di paternità ha parlato nel suo saluto padre Gabriele Biccai, Vicario per la Vita consacrata.

L’Arcivescovo nella sua omelia, incentrata sulla figura di Santo Stefano, ha evidenziato come la lapidazione del primo martire sia frutto di una divisione in seno alla prima comunità cristiana.

« La rigidità del mondo giudaico – ha affermato Miglio – è incapace di veder le sorprese di Dio. Spesso, anche oggi, le differenze diventano tensioni: anche nella nostra Chiesa, come talvolta viene raccontato sui social. Solo se guardiano in avanti come Stefano avremmo la capacità di restare uniti».

La celebrazione è stata animata da un coro di giovani del Seminario regionale, «una bella sorpresa» l’ha definita lo stesso Miglio.

Tra le tante realizzazioni di questi anni quelle della Caritas diocesana che ha maturato ulteriori competenze nell’individuare i nuovi problemi del territorio e realizzando azioni di servizio, anche con l’attivazione di nuove strutture.

Non è mancata l’attenzione al laicato, con la presenza agli appuntamenti che ciascun movimento o associazione ha realizzato.

Dagli scout Agesci all’Azione Cattolica, che hanno testimoniato il loro grazie per quanto ricevuto da monsignor Miglio.

Anche il mondo della politica ha voluto ringraziare l’Arcivescovo.

Il presidente della Giunta Solinas, ha parlato di un Vescovo «protagonista e testimone della vita della Sardegna», mentre il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu ha definito l’episcopato di Miglio «anni di magistero operoso».

I sindacati hanno poi ricordato la grande sensibilità dell’Arcivescovo alle problematiche del lavoro, così come Coldiretti ha ricordato il grande legame tra il mondo agricolo e la Chiesa, sempre al fianco di pastori e coltivatori nei momenti più difficili, mostrando così prossimità alle difficoltà della gente.

Nel corso dei quasi otto anni di episcopato Miglio ha mostrato grande impegno e sensibilità per la questione migranti, specie nelle fasi dei grandi sbarchi che hanno interessato l’Isola, mettendo a disposizione le strutture della diocesi per ospitare chi fuggiva da guerra e violenza, compreso lo stesso episcopio.

In questi anni non sono però mancate le difficoltà, «curate – ha detto il Vicario generale – in modo nascosto e delicato».

Roberto Comparetti

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