Ogni sardo spende mille euro in azzardo Dati sconfortanti per la nostra Isola, tra le regioni italiane dove le persone sono sempre più vittime dell’uso eccessivo di slot machine e di altri sistemi

EvidenzaLa lotta contro l’usura, il sovra-indebitamento, il gioco d’azzardo, e l’impegno a favore della finanza etica al centro del convegno «Crisi economica, sovraindebitamento, patologie» organizzato dalla Caritas diocesana nei giorni scorsi. Nel 2016, dalla Fondazione anti-usura sant’Ignazio da Laconi, sono state finanziate 38 pratiche per un totale di 880.000 euro: attività in continua espansione a causa del perdurare della crisi economica, ma anche di un non corretto uso del danaro. A ciò si aggiunge il fenomeno relativo al gioco d’azzardo, che porta a una vera e propria dipendenza: in Italia sono state censite 800.000 persone vittime della dipendenza dal gioco d’azzardo e circa 3 milioni di persone a rischio.

Il dato più sconcertante è che in Sardegna si giochino circa 1.000 euro per abitante, ovvero 1,6 miliardi che rappresentano il 50% della spesa sanitaria della nostra regione. Inoltre, per alimentare la macchina della fortuna, vengono utilizzate risorse finanziarie sottratte all’acquisto di beni (abbigliamento, calzature) e che rappresentano il 60% della spesa alimentare. In Italia, nel 2015, sono stati bruciati 88 miliardi di euro. La Sardegna detiene anche il triste primato di slot e video lottery, con in testa la provincia di Olbia-Tempio dove è presente una macchinetta ogni 96 abitanti. Al secondo posto nazionale la provincia di Sassari con una macchinetta ogni 107 abitanti.

Di fronte a questo fenomeno, la Fondazione, oltre a porre in essere azioni concrete per contrastare il fenomeno dell’usura, come spiega Bruno Loviselli, referente della Fondazione anti-usura Sant’Ignazio, sta sviluppando tutta una serie di attività di carattere pedagogico rivolte alla scuole medie superiori e sta facendo rete con i soggetti istituzionali contro quello che si può definire un «nuovo cancro sociale».

Importante anche il Prestito della Speranza: dall’avvio dell’operatività, nel 2010, attraverso lo sportello diocesano del Prestito della Speranza sono state presentate 1.134 pratiche (dato aggiornato al 30 aprile) per un valore richiesto di 9.468.500 euro. Di queste, l’area bancaria ne ha approvate 592 (il 52,2%), per un valore di 4.730.500 euro. «Si tratta – spiega Filippo Maselli, referente diocesano del Prestito della Speranza – di finanziamenti sociali o d’impresa erogati a favore di persone non bancabili, per soddisfare bisogni essenziali o per intraprendere percorsi di emancipazione dalla propria condizione di difficoltà».

Su questo fronte, «la Diocesi di Cagliari – continua il referente – è tra le più attive a livello nazionale. Ciò documenta da un lato una condizione critica strutturale del contesto socio-economico locale, dall’altro la necessità inderogabile di strumenti straordinari di sostegno delle forme di disagio che si stanno progressivamente estendendo».

Complessivamente, questo strumento ha rappresentato una speranza per circa 2.800 persone della diocesi. Se, nel 2016, prevaleva la fascia 50-59 anni (31,7%), seguita da quella 40-49 anni (26,9%), nei primi 4 mesi del 2017 prevale quella 40-49 anni (31,1%), seguita dalla fascia 30-39 anni (24,6%). Altro dato significativo è l’incremento della fascia più giovane, quella fino ai 29 anni, passata dall’8,7% del 2016 al 17,2% dei primi 4 mesi del 2017.

Un dato che attesta le crescenti difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro da parte dei giovani.

Maria Chiara Cugusi

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