Una scuola attenta alla centralità dell’uomo Parla Fabiano Spanu, direttore della primaria paritaria Casa del fanciullo di Monserrato. Al centro del progetto educativo la formazione cristiana degli alunni

la salle MonserratoDa diversi decenni rappresenta una realtà educativa per Monserrato, e non solo. La scuola primaria paritaria Casa del fanciullo «E. Pintus», guidata dai Fratelli di vita cristiana, che si rifanno al carisma di san Giovanni Battista de La Salle, porta avanti il progetto formativo per tanti bambini. A guidarla, come direttore è è Fabiano Spanu.

La vostra scuola risale agli anni ’40 del secolo scorso. Quale ruolo ha svolto e svolge a Monserrato e nell’hinterland cagliaritano?

Nel primo dopoguerra si è svolta un’attività assistenziale verso le fasce più deboli con vestiario, refezione, scuola serale e catechismo, per merito dei coniugi Elena Pintus e Anacleto Spiga e di volontari laici. Nel 1960 giunsero i Fratelli delle scuole cristiane, che sostituirono la scuola serale con la scuola elementare, e introdussero iniziative oratoriali e di aggregazione sociale, quali teatro, musica, sport. Ancora oggi continuano tutte le iniziative menzionate e fanno della Casa del fanciullo un luogo d’incontro per ragazzi e famiglie: si curano le recite, le feste ricreative, il coro dei bambini con manifestazioni pubbliche, la scuola calcio, il minivolley, il minibasket, il volontariato onlus «Stella lasalliana», la Filodrammatica lasalliana, le ricorrenze liturgiche e tali iniziative costituiscono momenti aggregativi o di riflessione per tutti. Inoltre, in modo sistematico, i Fratelli collaborano nella pastorale di alcune parrocchie (sant’Ambrogio e san Giovanni Battista de La Salle a Monserrato, san Giuseppe a Pirri). Il fiore all’occhiello è la scuola primaria, diretta da laico, dove si insegna dalla mattina alla sera, al passo con le moderne tecnologie didattiche, con insegnanti prevalenti affiancati da altri quattro insegnanti specialisti per due o tre ore settimanali ciascuno (informatica, inglese, motoria, musica), doposcuola gratuito con gli insegnanti prevalenti, settimana corta e sabato opzionale con attività ludico-ricreative libere, due rientri obbligatori pomeridiani, servizio mensa. Ma soprattutto è una scuola dove è curata la formazione cristiana degli alunni e delle famiglie per trasmettere quei valori che costituiscono il ceppo su cui poggia la persona e la società.Usufruiscono del nostro servizio educativo alunni provenienti da Monserrato e da parecchi comuni limitrofi.

Lo spirito che anima il vostro Istituto si rifà a san Giovanni Battista de La Salle, il santo delle «buone maniere». Quanto importante è la pedagogia lasalliana nell’educazione dei più giovani?

Il nobile La Salle che sapeva di «buone maniere», tra i numerosi scritti ascetici, spirituali e pedagogici ci ha lasciato anche un testo sul galateo e la buona educazione.

Comunque l’attualità dell’eredità pedagogica lasalliana si fonda sull’attenzione alla persona. Ai suoi insegnanti raccomandava di stare vicino a ogni alunno, di essere capaci di toccare il loro cuore, di controllare e intervenire su chi era assente. I loro genitori infatti erano impegnati a guadagnarsi da vivere. Anche agli alunni diceva di aiutare chi era più in difficoltà. Ma per La Salle l’istruzione era il mezzo per riscattare la propria dignità e conoscere i diritti e i doveri del cittadino e del cristiano.

La vostra è una scuola paritaria. Quali difficoltà ci sono a portare avanti il progetto educativo quando tardano ad arrivare le risorse che vi sono dovute?

La difficoltà economica è reale. Nonostante le lungaggini, un merito va all’Ufficio scolastico regionale della Sardegna che è tra i più celeri negli accrediti rispetto ad altre regioni italiane. Ma il problema è nazionale. Le risorse destinate dallo Stato per la nostra scuola coprono i costi di gestione per un terzo del totale. Un altro terzo viene erogato dalle famiglie e l’ultimo terzo a carico della Congregazione. Abbiamo molti genitori senza lavoro e sono da escludere pertanto aumenti delle rette. Sta di fatto che l’istituzione non raggiunge l’autonomia economica e la Congregazione interviene ogni volta che ce n’è bisogno. Non so quindi fino a quando potrà essere sostenuto questo onere.

Roberto Comparetti

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