Seminario regionale: un anno intenso di attività La Messa di ringraziamento presieduta da monsignor Antonello Mura

Un anno intenso che si è concluso con una celebrazione, presieduta dal vescovo di Lanusei, Antonello Mura.

Il rettore del Seminario regionale, Antonio Mura, l’equipe educativa, i padri spirituali e i confessori, insieme ad alcuni famigliari, hanno partecipato alla celebrazione eucaristica, animata dagli stessi seminaristi, con la quale si è voluto ringraziare per l’anno che si avvia alla conclusione, con gli ultimi esami alla Facoltà teologica. «Si è trattato – ha detto il rettore – di una conclusione diversa dallo scorso anno, quando abbiamo celebrato la dedicazione della Cappella del Seminario.  Quest’anno l’abbiamo vissuta con una grande semplicità. Abbiamo messo al centro dell’attività di questo anno l’esperienza di Chiesa, perché il Seminario è esperienza di “Comunità-Chiesa”, contro ogni tentazione di individualismo. Noi educhiamo alla comunità, dove le dinamiche aiutano a crescere, a conoscersi meglio e a crescere nella comunione». «

«C’è un altro aspetto significativo del lavoro di quest’anno ed è l’agire nel nascondimento senza tanti clamori. Un ultimo aspetto che mi preme sottolineare è la gratitudine verso tutte quelle persone che in un mondo o nell’altro, laici e consacrati, ci hanno accompagnato in questo anno di formazione, manifestando una presenza preziosa e contribuendo alla crescita di questi giovani e adulti».

La celebrazione cadeva nella memoria liturgica di San Luigi Gonzaga, nobile che si prese a cuore le sorti degli appestati nella Roma del XVI secolo, interessata da una serie di vicissitudini piuttosto turbolente, che monsignor Antonello Mura ha messo in evidenza durante l’omelia.

«Oggi – ha detto il Vescovo – ci lasciamo guidare dalla memoria di San Luigi, la cui scelta, come ha detto san Pietro è quella di “scegliere un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce”. Mi ha sempre colpito molto la  scelta di San Luigi di camminare verso una vita religiosa, che matura e fa sua, fino quando, all’età di 23 anni, muore, avendo servito i malati di peste. Ci sono due momenti decisivi nella vita di San Luigi: il primo l’abbandono di una vita brillante a cui era indirizzato e l’altra la scelta di andare a servire gli appestati. Entrambe saranno decisive nella vita di San Luigi».

Un’indicazione chiara dunque per i seminaristi presenti ma anche per tutti coloro che hanno partecipato alla celebrazione.

I saluti e un agape fraterna hanno concluso la Giornata.

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