Simoncino: un sorriso che non si dimentica La prematura scomparsa di Simone Casu a sant'Andrea Frius

simoncinoUn pellegrinaggio per accompagnare Simone in cielo. Monsignor Arrigo Miglio ha voluto definire così le esequie per salutare Simone Casu, 14 anni, che nella tarda serata di martedì 25 settembre è stato coinvolto in un incidente stradale che ha tragicamente interrotto la sua giovanissima esistenza.

Un richiamo al pellegrinaggio dei giovani che meno di due mesi prima aveva toccato proprio Sant’Andrea Frius, il paese di Simone, in una giornata di festa che aveva visto la sua attiva partecipazione. «Simoncino», come tutti lo chiamavano, era uno dei più piccoli animatori dell’oratorio «sant’Andrea Apostolo».

Qualche mese prima la consegna della maglia azzurra: «Gliel’abbiamo fatta sudare», ha detto il parroco, don Angelo Cardia.

Ma da quel momento, da quando con quel gesto la sua appartenenza all’oratorio è diventata più forte, «Simoncino» ha preso il suo ruolo sempre più seriamente, crescendo come animatore e come ragazzo.

Un sorriso sempre stampato sul volto, lo sguardo sveglio, la vivacità coinvolgente, la battuta pronta: piccolo di statura ma di certo non passava inosservato, lasciava subito un segno.

Un ragazzo chiassoso: se nei dintorni si sentiva un vociare era perché era in corso una partita di «murra» e lui non mancava mai. I suoi amici lo hanno ricordato anche così, al termine del funerale, prima che la bara bianca attraversasse il paese verso il cimitero, con una manche del suo gioco preferito.

Stava andando in oratorio anche martedì sera dopocena, per incontrare gli amici: era la sua seconda casa, un posto dove cresceva e aiutava a crescere gli altri, non solo i più piccoli, perché Simone aveva la capacità di dialogare facilmente con chi aveva qualche anno più di lui ma anche con gli adulti.

I suoi amici e lo stesso don Angelo hanno ricordato come non fosse in grado di accettare che qualcuno fosse triste o giù di corda: una parola, una battuta per contagiare il suo inconfondibile sorriso anche agli altri, quasi come se fosse la sua missione.

Un compito che continua.

Simone è vivo nel ricordo di chi l’ha conosciuto e amato: vive nella sua famiglia, nei suoi amici dell’oratorio, nei suoi compagni di scuola (l’istituto Agrario di Elmas), nei ragazzi degli altri oratori della diocesi e in tutti coloro che in questi giorni hanno pianto per lui.

Tra qualche settimana il salone dell’Oratorio verrà a lui dedicato, segno che «Simoncino» è ancora presente in quell’ambiente dove aveva trovato la sua seconda famiglia e dove il suo sorriso continuerà a contagiare tutti coloro che lo hanno amato.

Alessandro Orsini

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