Un’eredità spirituale che è dono per tutti Paola Coiana, fondatrice dei Servi e delle Serve dello Spirito Santo

un'eredità spiritualeIn occasione del primo anniversario del ritorno al Cielo di Paola Coiana (26 luglio 2017), fondatrice dell’Associazione Pubblica di fedeli «Servi e Serve dello Spirito Santo», si è pensato di ripercorrere brevemente la storia della sua vita terrena così da far conoscere come il Signore, nella sua vita di semplice sposa e madre, ha compiuto meraviglie fino a fare di lei una «sposa e madre nello Spirito».

Paola Coiana nasce a Ostia il 31 luglio 1932, figlia di Egidio Coiana e Grazietta Pruner, prima di otto figli e riceve il Battesimo nella chiesa di santa Dorotea, a Roma, dove vive nei primi anni della sua vita.

Il padre partirà per la seconda guerra mondiale e la famiglia rientra a Cagliari: nel 1943, con il bombardamento della città, Paola, abbandonando la scuola elementare per andare sfollata con i suoi a Meana Sardo, dove riceve la Prima Comunione. Dopo la guerra, nel quartiere di Villanova, riprende gli studi fino all’età di 19/20 anni presso la scuola dell’Asilo Carlo Felice: interrompe prima di ottenere il diploma, per la malattia che colpisce il padre. Trova lavoro in un negozio di mobili dove conosce il suo futuro marito, cliente del negozio: tra i due è subito amore ed il 27 novembre del 1955 si sposano nella chiesa di San Giacomo e dopo nove mesi nasce la prima figlia e, nel corso dei successivi quindici anni, altri sette.

La nuova famiglia nel 1976 abita in via Dalmazia, in casa popolare, nel quartiere La Vega, parrocchia di San Francesco d’Assisi dove Paola partecipa a diverse iniziative di volontariato: la figlia più piccola frequenta il movimento dei Focolarini ed è accompagnandola al convegno della Mariapoli a Ghilarza, nel 1979, che avviene in Paola il cambiamento radicale, così come riporta nel suo diario: «Il convegno mi diede la consapevolezza che Dio mi amava, e che io avrei potuto amarlo nel fratello più prossimo […] Capii che l’Eucaristia era segno tangibile della presenza di Dio dentro di me, e questo mi diede l’autorità di portare Dio nelle strade».

Nel 1982, dopo la morte del marito, si dedicò totalmente al servizio di Dio: assistenza ai poveri con il gruppo vincenziano; partecipazione ai convegni del Rinnovamento nello Spirito; volontariato presso l’Ospedale Oncologico… È nell’estate del 1986 a Mandas, in casa di persone amiche con cui condivide l’esperienza di fede, che nasce la prima idea di comunità fondata sui valori di accoglienza, fede e testimonianza.

Nel luglio 1989 l’apertura della Casa di Soleminis, segnerà una svolta dell’Opera: «Le meraviglie del Signore sono infinite. Oggi Gesù si manifesta tangibilmente, ogni confine umano sparisce; Dio Onnipotente alza la sua mano e la sua volontà si manifesta[…]: Mi rimetto totalmente a te, padrone docile della mia vita». Così Paola scrive nel diario.

Il mese successivo Paola, a colloquio con l’arcivescovo di Cagliari di allora, monsignor Ottorino Pietro Alberti, riceve il mandato per dirigere la casa in cui accogliere quanti il Signore le manda affiancata da un sacerdote da lui scelto. Dal 1990 inizia l’accoglienza e chi riceve si mette poi al servizio di chi arriva dopo di lui, giovani che, attraverso la gratuità, la preghiera ed il lavoro, riscoprono l’Amore del Signore e trovano nuovo Senso alla vita.

Negli anni 1990/95 conosce la Vergine dei Poveri, apparizione mariana a Banneux, piccola località del Belgio, alla cui protezione affida la Casa; pronuncia i voti privati di povertà, castità ed obbedienza nelle mani del direttore spirituale; arrivano giovani chiamati a speciale consacrazione, come alcuni dei suoi figli, fino ad arrivare alla costituzione, nell’aprile 1999, dell’Associazione Onlus «Casa di Accoglienza Vocazionale Madonna dei Poveri».

Nel 2003 circa, a Paola viene diagnosticato il morbo di Parkinson e nel 2006 è accolta nella casa-famiglia presso la casa provinciale delle Figlie della Carità, a Cagliari.

Il 14 settembre del 2006 l’Opera riceve il riconoscimento ufficiale dall’Arcivescovo mons. Giuseppe Mani, col nome che ha tutt’ora.

Il 26 luglio 2017, dopo diversi ricoveri in ospedale passa in una clinica di lungo degenza e poi si trova ospite in una Rsa quando muore serenamente.

Negli anni la sede dell’associazione cambia diverse volte ed ora è in via Guerrazzi 61, a Quartu s. Elena dove la comunità si incontra il giovedì con la Preghiera del cuore e la domenica per la formazione permanente: dal 3 settembre 2017, su iniziativa dell’Arcivescovo Arrigo Miglio, vi ha sede stabile la Presenza Eucaristica.

Il giorno 29 luglio, nella casa delle suore Domenicane di via Vidal 2 a Cagliari, si terrà una giornata di esperienza della preghiera del cuore con inizio alle 9,30.

Una «due volte figlia di Paola»

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