Brotzu. In rianimazione medici in campo per informare e supportare le famiglie Dottor Manti. «La volontà di donare non è personale, ma riguarda l’intera collettività»

Dottor Manti

La donazione in Sardegna

«Nel sistema di monitoraggio nazionale alcune regioni, fra le quali la Sardegna, registrano un indice del dono di organi che si attesta ai primi posti della classifica». Lo afferma il dottor Antonio Manti, direttore del Coordinamento locale trapianti ospitato all’interno del principale ospedale regionale, il Brotzu di Cagliari.

I dati

«Ci sono margini di miglioramento – afferma il medico – perché se io vado a leggere i dati degli ultimi 5 anni abbiamo un indice di opposizione che mediamente si attesta intorno al 25-28%. Un dato, questo, che può essere soggetto a miglioramento grazie a un’informazione corretta, trasparente, eticamente valida, che garantisca il rispetto dei diritti dei cittadini e l’equità di donazione delle volontà del dono».

Sensibilizzare alla cultura del dono

Per promuovere la cultura del dono è necessario dunque che si instauri un corretto rapporto fra paziente che riceve e colui che dona. «Il primo rapporto – Il dottor Antonio Manti sottolinea il dottor Manti – lo si ha con i familiari. Il potenziale donatore si trova sempre nei reparti di rianimazione. Medici e infermieri, insieme a tutto il personale sanitario, in questa fase molto delicata, supportano la famiglia, sia durante il percorso pre-donazione sia nel percorso donativo.

Un grande lavoro svolto in èquipe

Anche il ricevente viene assistito nel percorso che deve affrontare in vista del trapianto. Una psicologa si occupa di supportare le famiglie sia nel trapianto sia nel post trapianto. I dati ci rivelano però che esiste un 35% di persone che dicono no. Una negazione che poggia, a mio parere, su una scarsa informazione al riguardo.

Donare riguarda tutta la collettività

È quindi importante aumentare il livello di sensibilità sia a livello regionale sia a livello nazionale». «La volontà di donare – sottolinea Manti – non è personale, ma riguarda l’intera collettività. Anche Pio XII, in una sua enciclica, sottolinea che la donazione degli organi non offende la pietà del defunto. Donare quindi vuol dire fare del bene alla collettività. E noi, come coordinamento, siamo impegnati in questa direzione».

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