Ciclone Cleopatra, il ricordo di Don Theron Oscar Casula Il 18 novembre 2013 le piogge colpirono soprattutto Olbia: "La solidarietà ha vinto la marea del fango"

Sono passati undici anni dalla tragedia del ciclone Cleopatra. Le piogge che devastarono l’Isola, ma che colpirono soprattutto la Gallura il 18 novembre del 2013, sono rimaste impresse anche nella memoria di Don Theron Oscar Casula, parroco di San Michele Arcangelo a Olbia.

Il passato 

“Quel giorno è un ricordo che resta scolpito nella memoria di coloro che l’hanno vissuto – afferma il sacerdote ai microfoni di Radio Kalaritana  è difficile cancellare anche se oggi abbiamo rimesso a posto buona parte delle case, le strade non portano più i segni di quel giorno. Undici anni fa però ci si è ritrovati catapultati da una situazione di vita quotidiana ordinaria ad una situazione di emergenza che ha sospeso la quotidiana normalità”. Un momento in cui chiesa si è prodigata per aiutare gli altri: “La chiesa diocesana si è mossa subito in soccorso dell’emergenza causata dall’alluvione attraverso i canali della Caritas italiana – continua don Casula – poi anche in coordinazione con tutte le altre strutture di assistenza che si erano attivate in quelle ore a partire da Croce Rossa, esercito italiano e tante altre associazioni che venivano ad aiutare le famiglie colpite. Nel 2013 furono almeno 2.500 le famiglie coinvolte, 1.500 dentro il territorio della parrocchia di cui sono parroco”.

Ricordo

In quel 18 novembre del 2013 anche la chiesa di Sant’Antonio, allora luogo di incontro per i parrocchiani prima dell’inaugurazione della chiesa di San Michele, fu colpita dagli eventi. “Arrivavo da fuori città – racconta il sacerdote – mi ero trovato le telefonate dei parrocchiani che dicevano: “Don stiamo andando via dalla chiesa perché sta entrando l’acqua” e poi arrivare e vedere la chiesa in mezzo al fango e all’acqua è stato un colpo al cuore. Una sensazione che da una parte ha portato la paura che quel momento potesse essere più grande delle nostre forze, dall’altra parte però, già dal giorno dopo, l’oscurità di quella sera si è tramutata nella luce della solidarietà di tanti volontari giunti da tante parti della Sardegna. Attivammo nella chiesa di Sant’Antonio un centro di soccorso che coordinava oltre 300 volontari che erano a servizio dei quartieri alluvionati”. Una forza che allevia la ferita: “Mi piace anche per questo dire che il ricordo dei quei giorni è anche di gratitudine, perché la speranza che è stata accesa dalla solidarietà – conclude don Theron Oscar – è quella che ha vinto la marea del fango ed ha purificato anche i cuori e la memoria di quanto accaduto”.

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