Far incontrare la tradizione sarda delle antiche corti padronali con la bellezza della musica classica.
Il connubio si realizzerà il 16 giugno a Gesturi, grazie a «Cortes in classics», l’iniziativa nata da un’idea del giornalista e cantante Maurizio Melis, realizzata con l’apporto decisivo del Conservatorio di musica Pierluigi da Palestrina di Cagliari.
«L’iniziativa – dice Maurizio Melis – nasce da una mia idea nel 2016, quando mi sono reso conto della diversa fruibilità delle case antiche a corte della nostra tradizione sarda. Vengono sempre state utilizzate per l’agroalimentare e per l’artigianato. Invece mi sono reso conto che, all’interno, si poteva anche fare cultura. Per la prima volta nel 2016, a Laconi, le bellezze della nostra sardità, le case padronali, sono state utilizzate per alcuni concerti di musica classica, cercando di far sposare la sardità con la musica classica per eccellenza. L’evento viene portato avanti ormai da tre anni, con la collaborazione stretta degli allievi del Conservatorio, grazie anche alla disponibilità del Direttore, e quest’anno con il decisivo contributo della amministrazione comunale e della Pro Loco di Gesturi».
Quali sono le novità di questo nuovo anno?
Il format anche per quest’anno sarà sempre lo stesso: quattro corti scelte ad hoc nei minimi particolari con quattro concerti diversi e quattro gruppi di musicisti diversi. Quindi gli ospiti potranno fruire anche delle bellezze architettoniche che la nostra terra possiede. L’unica novità di quest’anno è relativa all’orario: sperimenteremo le ore dopo il tramonto, con un particolare effetto scenografico e di pathos. Purtroppo rimane ancora una manifestazione di nicchia. C’è ancora tanto da lavorare nel campo della musica classica, per farla conoscere al di fuori delle sedi istituzionali. Le famiglie che hanno messo a disposizione le case quest’anno sono la famiglia Riu, Fadda, Zedda e Mura.
Si tratta del terzo anno consecutivo per la rassegna. Significa che la manifestazione sta avendo successo?
Sì, già da qualche tempo mi stanno arrivando delle richieste circa la riproposizione dell’iniziativa. C’è una certa risposta, non di grandi numeri, ma c’è: si tratta di un lavoro portato avanti soprattutto per gli amanti della grande musica.
Anche nelle piccole realtà si possono quindi portare linguaggi culturali molto elevati?
Certamente. C’è un aspetto molto importante da tener presente. Vengono scelti piccoli centri, sebbene importanti. Il primo era stato Laconi, il secondo Dolianova e quest’anno il terzo sarà Gesturi: un centro dove convivono spiritualità e ambiente, è il paese di Fra Nicola. Sono convinto che questi piccoli centri possano essere aiutati anche attraverso la cultura specie nella lotta contro lo spopolamento. “Cortes in classics” vuole essere anche questo: un sostegno alle piccole realtà, affinché siano conosciute, ma anche per far capire agli addetti ai lavori che la cultura si può e si deve fare anche in luoghi piccoli, tranquilli come Gesturi o Laconi.
Come si sonda il percorso di quest’anno?
Abbiamo deciso di realizzare i diversi concerti dopo il tramonto, rispetto al passato che invece avevano orari di esecuzione con la luce del giorno. Vorremmo mostrare così la bellezza delle case padronali anche la sera, con le atmosfere che vengono a crearsi. I problemi saranno dei musicisti che dovranno leggere lo sparito con l’ausilio di una piccola luce, ma verranno superati. Sarà suggestivo l’ascolto musicale dopo il tramonto.
Giovanna Benedetta Puggioni
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