Lo certifica il rapporto della Caritas diocesana
Cresce la povertà in Sardegna.
Lo certifica il rapporto della Caritas diocesana presentato nel corso di un incontro a Cagliari. Enormi i danni che il Covid ha procurato sia sul piano sociale che su quello economico.
In crescita le presenze nella mensa della Caritas, oltre 95mila pasti in un anno, mentre il Centro diocesano di assistenza ha registrato un incremento di utenti, quasi il doppio rispetto ai due anni precedenti con un più 43,7% circa 60mila unità.
Tra i dati sulla povertà in Sardegna significativo l’incremento più elevato di nuovi poveri, +51,5%.
Numeri che secondo l’arcivescovo, Giuseppe Baturi, destano preoccupazione. «Quando le sicurezze vengono messe in discussione – ha detto – significa che è necessario stringersi attorno ai bisognosi per chiedere di immaginare un futuro di riscatto».
Il dossier Caritas secondo l’Arcivescovo documenta l’analisi e la riflessione condotta dal Centro studi, ma soprattutto documenta le vicende di aiuto, le strutture, i servizi che sono stati messi in campo per fronteggiare una povertà, aggravatasi causa del Covid.
«Un segno di grande attenzione – ha ribadito Baturi – la carità che diventa intelligenza della realtà storica e sociale, che si fa carico di venire incontro ai nostri fratelli bisognosi con strumenti adeguati. Un dato che dobbiamo sottolineare è che mentre aumenta il disagio aumenta anche la partecipazione delle nostre comunità che se ne fanno carico: questo è un buon motivo di speranza».
Cresce la povertà in Sardegna.
Per don Marco Lai il volume racconta l’impegno della Chiesa, attraverso la Caritas accanto alle fragilità.
«Un impegno – dice – portato avanti in co-progettazione con i comuni di Cagliari, Quartu Sant’Elena e con le altre realtà territoriali: una trentina di servizi, a cui si aggiungono tutti gli interventi portati avanti dalla consulta degli organismi socio-assistenziali e delle associazioni di volontariato, impegnate accanto ai più bisognosi, che cercano di dare risposte a una povertà crescente a causa della pandemia, con risvolti non solo economici ma anche, sociali e relazionali, intervenendo su situazioni a rischio, come usura e sovra-indebitamento».
«Uno strumento – conclude il direttore – che intende sollecitare il territorio e le istituzioni locali e regionali ad attivare insieme risposte, uscendo da auto-referenzialità e rafforzando alleanze e sinergia, in modo da dare speranza».
Secondo Franco Manca, direttore del Centro studi della Caritas, l’aumento della povertà non è legato solo alla pandemia.
«Ci sono problemi di altra natura – dice – come i quelli di natura economico derivanti da crisi precedenti, come quella dei cosiddetti «mutui subprime». Ciò che preoccupa è l’incremento dei nuovi poveri, persone che per la prima volta si sono rivolte ai centri di ascolto. A queste si aggiungono poi coloro che pur avendo un reddito non riescono a far fronte alle esigenze della propria famiglia».
Sul fronte migrazioni è cambiata la provenienza delle persone: è cresciuto il numero di chi arriva da Nigeria e Marocco, rispetto al recente passato dove la predominanza era europea.
Roberto Comparetti
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