Nel 2023, sono stati documentati 2.444 crimini d’odio anticristiani in 35 Paesi europei, di cui 1.230 registrati ufficialmente da 10 governi. Il rapporto di Osce, Odihr e Oidac Europa, pubblicato in vista della Giornata internazionale della tolleranza, che ci celebra oggi 16 novembre, evidenzia un aumento rispetto ai 1.029 casi segnalati nel 2022.
Tra i Paesi più colpiti, Francia, Regno Unito e Germania, quest’ultima con un aumento del 105%. La natura dei crimini spazia da vandalismi contro chiese (62%), profanazioni (24%), incendi dolosi (10%), minacce (8%), fino a violenze fisiche (7%), come il tragico omicidio di un chierichetto cattolico in Spagna e altri episodi gravi.
«I crimini d’odio anticristiani inviano un messaggio di esclusione alle vittime e alle loro comunità», sottolinea Regina Polak dell’Osce. Oltre alle violenze, emergono discriminazioni sul lavoro e nella vita pubblica, con il 36% dei giovani cristiani britannici che non si sente libero di esprimere le proprie opinioni religiose sul posto di lavoro. Il rapporto segnala un crescente fenomeno di autocensura tra i cristiani in Europa, aggravato da restrizioni alla libertà religiosa, come divieti su processioni e persecuzioni per espressioni pacifiche di convinzioni personali.
«Oidac Europa denuncia l’urgenza di intensificare gli sforzi per proteggere la libertà religiosa, promuovendo un dialogo aperto e rispettoso», dichiara Anja Homann, direttore esecutivo di Oidac Europa. Si propone la creazione di un coordinatore europeo per combattere l’odio anticristiano, simile ai mandati già esistenti per antisemitismo e islamofobia. «L’aumento della discriminazione richiede ricerche approfondite e azioni coordinate», conclude il rapporto.
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