La Messa nella parrocchia di San Giuseppe a Pirri
Cristiani capaci di annunciare il Vangelo.
Celebrazione eucaristica solenne domenica scorsa in occasione della festa patronale di San Giuseppe a Pirri, presieduta dall’Arcivescovo, con la vestizione di due confratelli e una consorella della Misericordia e la benedizione del nuovo mezzo dell’Associazione di volontariato.
Nel corso dell’omelia monsignor Baturi è partito dalla Liturgia della Parola, con il Vangelo incentrato sull’episodio del cieco nato che si è lavato nella piscina di Siloe.
«Questo cieco del quale racconta il Vangelo – ha detto l’Arcivescovo – è ciascuno di noi: possiamo recuperare la vista immergendoci in Gesù, nelle acque che lui rappresenta. Questa immersione è il nostro battesimo».
«Il cieco – ha proseguito Baturi – recupera la vista dopo essersi “immerso” in Gesù, dopo aver seguito quello che Egli gli ha chiesto».
«Gesù nell’aprire gli occhi al cieco – ha sottolineato l’Arcivescovo – prosegue nel dare compimento alla creazione. Il Signore dona a quell’uomo la possibilità di vedere, per la prima volta in vita sua, ciò per cui è nato. Questo ci ricorda che a nulla serve la nascita se non possiamo vedere ciò per cui siamo nati. Veniamo al mondo per la felicità che può arrivare solo da Dio e dal suo Amore».
«Che cosa cerchiamo se non la bellezza della vita?», si è chiesto monsignor Baturi.
«Gli occhi si aprono a riconoscere tutto questo – ha aggiunto. Come a dire “adesso sì che si è compiuto il mistero della nascita e della creazione”».
«Quest’uomo – ha proseguito l’Arcivescovo – è testimone dell’amore di Dio: le sue parole non vengono comprese dai farisei, i quali non accettano che il cieco possa venire a spiegare chi sia Gesù, perché questo è il vero problema. Il cieco diventa testimone in forza del fatto che ha vissuto in prima persona quanto è accaduto».
Non si tratta di una teoria che è stata elaborata ma di un fatto reale che ha coinvolto il cieco, il quale, grazie all’amore di Gesù, ha visto cambiare la propria vita. «Prima non credeva – ha evidenziato Baturi – ora crede in Gesù. È il punto di svolta nella sua vita di uomo. Così comprendiamo chi è il testimone».
Una comunità cristiana dunque è chiamata a raccontare l’incontro con il Signore. «Siamo talmente abituati a sentirci cristiani – ha concluso l’Arcivescovo – che facciamo fatica a rispondere al mondo che ci chiede chi sia Gesù Cristo, alle persone che continuano ad insistere su questo. Dobbiamo essere capaci di dire al mondo chi è Gesù per noi».
Al termine della celebrazione il rito di vestizione di una consorella e un confratelli della Misericordia di Pirri: Martina Cocco, Stefano Vacca e Youri Peddizzi, questi i loro nomi, visibilmente commossi per il passo compiuto.
Infine l’Arcivescovo ha benedetto il nuovo mezzo, sistemato nel retro dei locali parrocchiali, dove ha sede la Misericordia.
Il veicolo sarà utilizzato per i preziosi servizi di pubblica utilità.
Cristiani capaci di annunciare il Vangelo.
R. C.
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