Un dono di fede durato dodici anni. Con l’estate 2024 si è conclusa l’esperienza missionaria in Brasile di don Luigi Zuncheddu, sacerdote della diocesi di Cagliari “ fidei donum” dopo due mandati, di sei anni ciascuno.
Un lungo servizio speso nel poverissimo nord-est brasiliano, nello stato del Maranhão, dapprima nella diocesi di Pinheiro poi, per lo stesso periodo, in quella confinante di Viana.
La collaborazione fra la diocesi cagliaritana e quella di Pinheiro risale a oltre mezzo secolo fa, in pieno clima postconciliare, sulla spinta di un clima di profondi cambiamenti e rinnovati slanci missionari. Sede della parrocchia “cagliaritana” è Bacuri: nel 1966 – quando inizia l’avventura missionaria – per arrivarci dalla capitale São Luís ci vogliono due giorni di viaggio, fra canoa, camion e mezzi vari nel meraviglioso scenario della forestapreamazzonica. Il fondatore è don Giovannino Cara, poi missionario nelle favelas di Bahia, che passerà il testimone a una serie di confratelli prima che, dopo ben 37 anni, nel febbraio del 2003 sarà proprio don Zuncheddu a “riconsegnare” la parrocchia al clero locale.
«Nella mia prima esperienza missionaria, iniziata nel 1997» – ricorda don Luigi –«affiancavo don Salvatore Collu, arrivato in Brasile dieci anni prima e rientrato in Sardegna nel 2000. Era già iniziata una riflessione fra i due episcopati promossa dall’allora direttore del Centro Missionario diocesano, don Nino Onnis, con alle spalle ben 16 anni di guida della parrocchia di Bacuri. Fu allora che maturò la decisione, dopo quasi 40 anni di guida cagliaritana, di procedere al nuovo passaggio di consegne con il passaggio della parrocchia di Bacuri dalla diocesi di Cagliari a quella di Pinheiro».
Come fu vissuto quel momento? Fu solo un fatto formale, come un freddo “passaggio di proprietà”?
«Non direi. Per un triennio il mio lavoro pastorale è stato quello di preparare e gestire questa transizione fino al momento del distacco, avvenuto il 3 febbraio 2003 quando ho consegnato le chiavi della parrocchia al padre Gerson Marques, primo parroco brasiliano di Bacuri e, non certamente un caso, frutto di una vocazione locale maturata nel periodo in cui era parroco don Mariolino Secci.
La diocesi di Cagliari non è andata via all’improvviso ma ha dapprima affiancato un sacerdote locale e poi accompagnato ii processo di passaggio. Nei successivi 21 anni a Bacuri si sono avvicendati tre parroci e attualmente la parrocchia è guidata da padre Ribamar Rodrigues, un professore della Facoltà teologica di São Luís. Ma c’è di più: nel corso degli anni sono aumentati i sacerdoti locali e la parrocchia di Bacuri è stata divisa in due creandone una nuova di pari superficie dedicata al Santissimo Salvatore ad Apicum-Açu, una delle comunità di Bacuri e poi comune autonomo dal 2001».
Come è poi arrivato il secondo mandato “fideidonum”?
«Conclusa l’esperienza cagliaritana nella diocesi Pinheiro, è stato il vescovo della confinante diocesi di Viana a chiedere al suo confratello di Cagliari la disponibilità di sacerdoti. Dal 2006 e fino al dicembre 2017 ha dato la sua disponibilità don Gabriele Casu, poi dal 2009 don Giuseppe Spiga che si trova ancora a Viana: è rettore del Seminario vescovile, direttore amministrativo della Facoltà Cattolica del Maranhão e Vicario Generale della diocesi di Viana. Il mio secondo arrivo in Brasile è stato il 15 gennaio 2018 con il mandato affidatomi dall’allora Arcivescovo, oggi cardinale Arrigo Miglio.»
Quale impegno è stato richiesto ?
«La diocesi aveva bisogno di un sacerdote che, possibilmente, conoscesse già la lingua, magari avesse già fatto un’esperienza in Brasile ma soprattutto avesse competenze in materia giudiziale: sembrava il mio identikit !
Sono stato quindi nominato Vicario Giudiziale e ho subito preso in mano tutte le domande di nullità matrimoniale arrivate nel corso degli anni al Vescovo di Viana mai evase per mancanza di persone competenti in materia.»
Quali differenze rispetto all’Italia?
«Nessuna differenza sostanziale se non quella dell’approccio. Da noi normalmente c’è in curia un ufficio giudiziale al quale rivolgersi, a Viana, seguendo l’indicazione di papa Francesco di una Chiesa in uscita, andavo direttamente ad incontrare le persone nelle parrocchie, anche perché la realtà del territorio è completamente diversa: la superficie della diocesi di Viana è praticamente uguale a quella della Sardegna con una lunghezza di 500 km. Gli spostamenti sono lunghi perché possono durare anche due giorni con diversi mezzi di trasporto e costosi a causa anche di strade non sempre efficienti.»
E tra le due esperienze di Bacuri e poi Viana?
«A Bacuri si faceva evangelizzazione in una parrocchia composta da 40 comunità, dislocate in un territorio ampio 30-40 km; nella seconda esperienza è stato un lavoro più “tecnico”, relativo alla gestione dell’ufficio giudiziale diocesano e avevo il rapporto con ventisette parrocchie e 500mila persone.»
ALESSANDRO PORCHEDDU
Kalaritana – Avvenire di domenica 8 settembre 2024
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