Nel cammino di quest’anno dell’Ufficio di pastorale familiare in Italia e della nostra diocesi, che avrà il suo culmine con l’appuntamento previsto nel mese di agosto 2018 con la nona Giornata mondiale delle famiglie dal titolo «il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo», abbiamo scelto di dedicare questo primo appuntamento al tema: «La vita affettiva in famiglia». Relatori al convegno diocesano delle famiglie, Claudio Amerini e Flavia Avona, consulenti familiari e responsabili dell’Ufficio della pastorale familiare della diocesi di Mantova che operano soprattutto nel campo dell’educazione degli adolescenti.
Com’è iniziata la vostra esperienza in questo campo?
Abbiamo iniziato a seguire i ragazzi della nostra comunità ma quando, diventati adolescenti, non volevano partecipare più, abbiamo chiesto loro: di che cosa volete parlare? Di sesso! Ecco allora che abbiamo studiato e preparato un percorso adatto a loro.
Quali ricadute sulla famiglia?
I genitori hanno iniziato ad interrogarsi anche sul loro modo di gestire questi argomenti e a chiedere un cammino anche per loro. Così si è costituito un percorso parallelo, adatto ai genitori.
Quali le difficoltà in questo percorso e quali i traguardi?
Le difficoltà principali sono dovute al fatto che questo argomento non viene trattato nella sua interezza e globalità, soprattutto dai mass media. La pubblicità a sfondo sessuale dà un’immagine distorta, anche internet è un pericolo per i nostri figli. Siamo partiti da far comprendere ai ragazzi il significato vero del termine sessualità e di come sia un elemento essenziale nella relazione di coppia. Cerchiamo di far capire loro come ascoltare il proprio corpo che parla e questo è fondamentale per conoscere sé stessi e nella relazione di coppia.
Quali sono gli elementi fondamentali per favorire una buona relazione?
Oltre al dialogo, la gestualità nella coppia è fondamentale. Possiamo non dire la verità con le parole ma con i gesti non si può mentire! I gesti di complicità costituiscono un ricco dizionario che aiuta la coppia: gli abbracci, gli sguardi e i baci non possono venir meno. Il rischio è che venendo meno tutte queste gestualità, la coppia si allontani sempre di più e si instauri un clima di freddezza e di chiusura.
I primi passi da affrontare?
La sessualità è trasformare in parole e gesti ciò che si vive, è un lavoro artigianale. La sessualità non si esprime solo nella genitalità, ma è una dimensione costitutiva dell’io: unione di corpo, mente e anima. Attraverso la sessualità le persone raggiungono la «Persona». Vivere ed essere felici dipende da noi, anche dopo 40 anni di matrimonio. Basta poco per creare stupore nella persona amata e non dare niente per scontato nella relazione.
E con i figli?
L’educazione all’affettività parte dalla coppia proprio dal momento in cui nasce il figlio. Ci sarà un tempo in cui per i figli siamo tutto, quasi dei supereroi, ma anche tempi in cui possiamo essere paragonati a dinosauri! Perseverate! L’adolescenza è un periodo transitorio, non è una malattia, è necessario stare vicini, cogliere anche questi stati d’animo. È controproducente creare conflittualità limitandosi alle proibizioni. I figli devono sentire che noi ci siamo sempre, siamo lì per accompagnarli. Occorre dedicare loro un tempo di qualità. È molto utile riformulare le richieste dei ragazzi. Questo ci aiuta a capire meglio, apre al ragionamento e al dialogo.
Secondo i ragazzi il mondo la pensa in maniera diversa.
Occorre perseverare nell’annuncio, l’adattamento non premia. Ci sono comunque spazi dove i ragazzi possono trovare conferma: i gruppi giovanili, l’oratorio. La sfida è poi quella di essere adulti credibili. Dobbiamo riconoscere che ai loro occhi spesso non lo siamo perché non motiviamo le nostre idee e i nostri valori. È importante riconoscere e accettare le nostre fragilità e farci conoscere per come siamo realmente. Anche questo aiuta il dialogo con i nostri figli.
Claudio e Giovanna Congiu
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