Non sono tempi facili per la scuola. Né per i lavoratori, stretti nella morsa di un precariato che si è trasformato in un’ombra difficile da eliminare, né per gli studenti, che in un numero sempre maggiore decidono di abbandonare prima del dovuto i banchi dei luoghi di educazione. Eppure, sono tanti gli abitanti delle aule che resistono ai forti venti delle difficoltà e a far sì che lo Stato non esca completamente sconfitto, tanto da poter immaginare un futuro diverso. Accade spesso per merito di quella chiamata Istruzione e Formazione Professionale, portata avanti sin dal 1977 in Sardegna anche dai Salesiani.
Sono quattro i centri in Sardegna che offrono la possibilità ai giovani di compiere un percorso e di modellare il proprio futuro. «Da qualche anno – afferma Mario Cirina, direttore del CNOS-FAP di Selargius sono riprese le attività di formazione. Nelle nostre strutture sono attivi undici percorsi IeFP e sono presenti 160 ragazzi. Una platea ampia, che ha la possibilità di frequentare un percorso orientato alla pratica, ma in cui si hanno gli stessi diritti e doveri degli istituti classici. Nel secondo e nel terzo anno del percorso, metà delle ore si svolge nelle nostre aule, l’altra in azienda. Una soluzione che permette ai ragazzi di trovare una dimensione educativa e lavorativa, a cui spesso segue una occupazione».
Quello del centro dell’hinterland cagliaritano è un percorso che si basa sulla sfida lanciata da Don Bosco sul versante dell’educazione e che trasforma il lavoro in una chiave che ha aperto porte ovunque nel mondo. «Per noi salesiani – dice don Angelo Santorsola, direttore della comunità salesiana di Cagliari e delegato regionale CNOS-FAP – la formazione è fondamentale, soprattutto cercare di portarla a quei ragazzi che hanno più difficoltà con la scuola classica. La nostra è un’apertura all’alternanza tra scuola e lavoro, ai ragazzi che hanno l’intelligenza tra le mani. Il mondo dei salesiani può venire incontro alle esigenze sociali e politiche, ma soprattutto può offrire un contrasto alla dispersione scolastica ». Dalla possibilità di diventare un meccanico a quella di divenire un tecnico idraulico, fino al campo della ristorazione.
I corsi IeFP attivi a Selargius sono al momento undici e lasciano aperte diverse finestre sul mondo del lavoro. «La scelta è sempre difficile – asserisce Cirina – a 13 anni non è facile rispondere alla domanda su quale sia il proprio futuro. Spesso dipende anche dalla famiglia, che magari può orientare a seconda dei bisogni. Tra tutti i percorsi quello del tecnico di meccatronica delle autoriparazioni è il più gettonato, il mondo dei motori attrae sempre. Il corso di saldatura, che abbiamo ristabilito dopo un’assenza prolungata dal 2012, è invece un paradosso: prevede un livello occupazionale elevatissimo ma allo stesso tempo è tra i meno scelti». Quella del mondo del lavoro, dopo il terzo anno di studio, non è però una scelta obbligata: «Normalmente – continua il direttore – si pensa che in unascuola professionale si possano solo fare tre anni. Vero è che alla conclusione del ciclo si ottiene la qualifica utile a inserirsi nel mercato. Dopo il terzo anno però non è esclusa l’opportunità di proseguire gli studi: si può continuare con il nostro quarto anno oppure fare un passaggio nelle altre scuole, pubbliche o paritarie, e diplomarsi. E poi, perché no, iscriversi all’università».
Si tratta di occasioni offerte da una realtà spesso sconosciuta, additata come una scuola non uguale alle altre. «Siamo impegnati – prosegue Santorsola – nel far capire che non si tratta di una scuola di Serie B e che non lo sono neanche i ragazzi che frequentano le nostre scuole, le quali esprimono una maturità ugualmente valida a quella di chi frequenta i licei e gli altri istituti. In ciò i salesiani hanno sempre creduto ed è anche per questo che sottolineo l’importanza di una legge che vada a favore dei ragazzi ». «Tante volte – conclude il salesiano – la politica parla della rilevanza dei giovani, il nostro presente e il nostro futuro. Una legge ad hoc sulla formazione professionale sarebbe un regalo al mondo giovanile e che va in contro alle esigenze della Sardegna».
MATTEO CARDIA
Kalaritana – Avvenire di domenica 29 settembre 2024
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