Giuseppe Lepori: pioniere del giornalismo cattolico e instancabile servitore della Chiesa Dall'assalto fascista al Corriere di Sardegna alla fondazione dell'UCSI: la vita di un sacerdote impegnato nel giornalismo, nell'assistenza sociale e nella difesa della fede.

Monsignor Giuseppe Lepori

Giuseppe Lepori: un protagonista del giornalismo e della pastorale sarda

Giuseppe Lepori, nato a Serramanna nel 1904, è stato un personaggio chiave del giornalismo cattolico sardo e della vita pastorale del Novecento. Studente di teologia, nel 1926, a soli 22 anni, visse l’assalto fascista al Corriere di Sardegna, un quotidiano cattolico antifascista, che non riaprì mai più. Questo episodio segnò l’inizio della sua carriera nel giornalismo, affiancato all’intensa attività pastorale e sociale.

Dalla vocazione sacerdotale all’impegno accademico

Diventato sacerdote nel 1927, Lepori conseguì il dottorato in teologia e successivamente la laurea in Lettere. Oltre al ministero religioso, fu protagonista di numerose iniziative sociali: dall’assistenza agli operai al sostegno dei pescatori di Giorgino. Fondò anche l’Ordine delle Suore della Redenzione, che opera oggi in tre continenti, lasciando un segno profondo nel panorama religioso.

Il giornalismo e l’impegno per l’informazione cattolica

Lepori fu cappellano militare, insegnante di religione e direttore del Quotidiano Sardo, il giornale della Curia arcivescovile. Sotto la sua guida, il quotidiano rappresentò una voce significativa nel panorama dell’informazione sarda, sebbene chiuse definitivamente nel 1958.

Fondazione dell’UCSI Sardegna

Nel 1959 fondò la sezione sarda dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e ne fu il primo presidente. Nonostante un intervento di laringectomia che nel 1976 lo privò della voce, continuò a lavorare come consulente ecclesiastico per l’associazione, dimostrando una dedizione incrollabile fino alla fine della sua vita, avvenuta il 9 gennaio 1988.

Un’eredità di servizio

La vita di Giuseppe Lepori, dedicata al servizio della Chiesa e della società, resta un esempio di instancabile impegno verso i più bisognosi e di difesa della libertà di stampa e di espressione.

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