Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante.

C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone.

Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.

Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.

Beati voi che ora piangete, perché riderete.

Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.

Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.

Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.

Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti».

(Lc 6,17.20-26)

Commento a cura di Carlo Rotondo

Questa domenica l’evangelista Luca ci presenta la sua versione delle Beatitudini.

Interessante il confronto con quella del capitolo 5 di Matteo. La differenza che risalta subito è che Matteo le colloca sul monte mentre Luca le pone in un luogo pianeggiante. Matteo fa salire mentre Luca fa discendere.

Infatti all’inizio del sesto capitolo, poco prima delle Beatitudini, Gesù era salito sul monte a pregare tutta la notte perché,poi, al mattino sceglie i 12 discepoli.

Dopo, con loro, scende e, dice il Vangelo, si fermò in un luogo pianeggiante.

Per Matteo la «montagna» sono le Beatitudini, cioè le scelte e gli stili di vita. Per Luca la «montagna» sono le persone e le relazioni.

Della serie: è più difficile scegliere le persone che comportarsi bene. I rapporti umani sono più impegnativi dei comportamenti morali.

Ci volle una notte intera di veglia e di preghiera per scegliere i collaboratori giusti (e, per come sappiamo che andò a finire, non aveva tutti i torti).

Ma c’è un altro dettaglio che voglio evidenziare nel confronto tra Matteo e Luca.

Matteo fa annunciare le beatitudini a loro. E si può intendere a tutti: la folla e i discepoli. Luca invece ha una sottolineatura troppo precisa per essere insignificante: «Alzati gli occhi verso i suoi discepoli diceva: beati voi ….»

Secondo Luca le Beatitudini non sono per tutti ma solo per i suoi discepoli. Chi è disposto a seguirmi metta in conto la felicità dei perdenti.

Si avete capito bene: dei perdenti. Come li volete chiamare i poveri, gli affamati, i piangenti, gli odiati, i messi al bando,gli insultati, e i disprezzati? Perdenti, perdenti, perdenti.

E allora possiamo dirlo senza paura di essere smentiti: le Beatitudini sono la dimostrazione più clamorosa che Gesù Cristo era veramente Dio.

Sì, perché un uomo non avrebbe mai fatto una proposta così indecente per attirare seguaci.

Quale uomo si sognerebbe di proporre un progetto così ripugnante se non un Dio certo di risorgere, certo di essere invincibile, certo che niente e nessuno lo separerà mai dall’amore del Padre? Solo un pazzo, un folle può costruire una Chiesa basata su queste Beatitudini «assurde».

È come presentarsi ad una finale di Champions League con un portiere cieco, i terzini senza una gamba, i centrocampisti malati e gli attaccanti con le unghie incarnite.

Ma che razza di squadra è questa? È esattamente questa la reazione di chi ascoltò le Beatitudini. Forse anche la nostra. E, come se non avessimo capito bene, Gesù ci incalza con «Guai a voi … ricchi … sazi … sorridenti …».

Sembra uno scherzo ma è tutto vero. Nell’anno 2019 non abbiamo ancora capito che Dio guarda l’umiltà e non la bravura.

Che a Dio non interessano discepoli perfetti ma discepoli fragili, sinceramente disponibili a farsi usare da Lui.

Che per Dio meglio 12 apostoli «scancioffati», che folle di seguaci finti, falsi e per di più che si credono santi, migliori degli altri.

E allora a quando una Chiesa coraggiosamente «perdente», follemente «ultima» e beatamente perdonata? Per dirla con un proverbio africano: un esercito di pecore guidate da un leone sconfiggerà sempre un esercito di leoni guidati da una pecora.

Le Beatitudini sono il programma di … un leone:  A. A. A. cercasi pecore.

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico