Il 29 settembre 2024 si celebra la 110a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR), istituita dalla Chiesa cattolica nel 1914. Questa giornata speciale mira a sensibilizzare le comunità ecclesiali e civili sulla realtà dei migranti e dei rifugiati, ponendo l’accento sulle sfide che affrontano e sulle opportunità che la migrazione offre. Il tema scelto per il 2024 dal Santo Padre è “Dio cammina con il suo popolo”, un invito a camminare insieme ai più vulnerabili, sottolineando l’importanza della sinodalità e del cammino comune verso un mondo più fraterno.
Il significato della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
La GMMR ha lo scopo di evidenziare la vicinanza della Chiesa ai migranti e ai rifugiati, persone che spesso si trovano ad affrontare enormi difficoltà durante il loro viaggio. Questo evento è un’opportunità per promuovere una maggiore consapevolezza riguardo alle problematiche della migrazione e per invitare alla preghiera, affinché queste persone possano trovare sicurezza, dignità e accoglienza nei Paesi in cui giungono.
Il Papa invita le comunità parrocchiali a valorizzare la presenza degli immigrati sul proprio territorio, specialmente durante le celebrazioni liturgiche, integrando canti, lingue e riti delle diverse culture. Questo gesto di inclusione mira a rafforzare i legami e favorire una maggiore comprensione reciproca, creando occasioni per pregare per i Paesi di origine dei migranti e rifugiati e per sensibilizzare la comunità sul loro contributo.
Il messaggio del Santo Padre: Dio cammina con il suo popolo
Il cuore del messaggio del Papa per la 110a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è l’immagine di Dio che cammina con il suo popolo. Il Santo Padre richiama l’attenzione sulla natura sinodale della Chiesa, intesa come popolo in cammino nella storia, simile al popolo d’Israele nell’Esodo, e come pellegrinaggio verso il Regno dei Cieli. In questo contesto, il cammino dei migranti diventa una rappresentazione del pellegrinaggio umano verso Dio.
Il riferimento all’Esodo, con il popolo d’Israele che fugge dalla schiavitù verso la libertà, è un’immagine potente che si riflette nel viaggio di tanti migranti di oggi. Come gli israeliti affrontavano ostacoli nel deserto, anche i migranti di oggi si trovano a fronteggiare difficoltà quali fame, sete, malattie e disperazione. Tuttavia, come Dio non ha mai abbandonato il popolo d’Israele, anche oggi accompagna i migranti nel loro cammino.
L’importanza della presenza di Dio e dell’incontro con Cristo
Il Papa sottolinea che Dio non solo cammina con il suo popolo, ma nel suo popolo. Si identifica con i poveri, gli emarginati e i migranti, prolungando il mistero dell’Incarnazione. Ogni incontro con un migrante, secondo le parole del Santo Padre, è un incontro con Cristo stesso, che si manifesta nei più bisognosi.
Questo principio trova radici profonde nel Vangelo di Matteo, dove Gesù afferma: “ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35). Il Papa ribadisce che accogliere e assistere i migranti non è solo un atto di carità, ma un incontro con il Signore che bussa alla nostra porta attraverso chi ha fame, sete, è forestiero o in prigione.
Il cammino sinodale e il ruolo dei migranti
Nel messaggio, il Papa invita a vedere il cammino dei migranti come un segno del pellegrinaggio della Chiesa verso il Regno dei Cieli. La sinodalità, tema centrale del Sinodo dei Vescovi conclusosi nell’ottobre 2023, è interpretata come un cammino congiunto del Popolo di Dio, in cui tutti, inclusi i migranti e i rifugiati, partecipano alla costruzione del Regno.
Questa Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è quindi un’occasione per rinnovare l’impegno della Chiesa nell’accogliere e sostenere coloro che sono costretti a lasciare la propria terra in cerca di una vita migliore. Il Papa esorta tutti a fare “sinodo”, cioè camminare insieme, accompagnando i migranti nel loro viaggio e riconoscendo in essi il volto di Cristo.
La preghiera del Papa per i migranti
Il messaggio del Santo Padre si conclude con una preghiera speciale per i migranti e rifugiati, invocando l’aiuto di Dio per far sì che ogni incontro con chi è nel bisogno diventi un incontro con Gesù. La preghiera ricorda che tutti siamo pellegrini sulla terra, alla ricerca della nostra vera patria celeste, e ci invita a camminare insieme, in spirito di fratellanza e solidarietà, verso la dimora eterna che Dio ha preparato per noi.
In questo contesto, la GMMR del 2024 diventa un momento di riflessione profonda su cosa significhi essere migranti, non solo in senso fisico, ma anche spirituale.
© Copyright Il Portico