Secondo la ricerca «Italiani, fede e Chiesa», realizzata dal Censis per il cammino sinodale, il 71,1% degli italiani si definisce cattolico, ma solo il 15,3% è praticante. Il 34,9% partecipa alla vita ecclesiale saltuariamente e il 20,9% si considera non praticante. La disaffezione è radicata nell’individualismo religioso (54,4%) e nella percezione di una Chiesa incapace di adattarsi al mondo moderno. Oltre il 40% degli italiani non si riconosce nella Chiesa, percepita come «antica» e poco inclusiva.
Franco Nembrini, pedagogista e saggista, sottolinea, in un’intervista rilasciata al Sir, come questa frattura sia frutto di una perdita di consapevolezza delle radici cristiane. «La Chiesa – ha detto – deve tornare a essere fedele alla sua origine come Corpo di Cristo, testimoniando il bene e la salvezza». Pur riconoscendo la difficoltà di adattarsi al mondo contemporaneo, Nembrini ritiene che la Chiesa non debba inseguire mode culturali, ma puntare sulla testimonianza dei valori cristiani attraverso opere di carità, educazione e vicinanza agli ultimi.
I dati rivelano una crisi educativa e di trasmissione dei valori: solo il 16,3% degli italiani dichiara che gli insegnamenti di Gesù ispirano la propria vita. Per Nembrini, occorre ripartire da se stessi e dai santi di oggi, veri maestri capaci di testimoniare Cristo e dare speranza a una società individualista e disgregata: «Abbiamo bisogno di maestri che rendano presente Gesù e che entusiasmino. Solo così possiamo ricostruire relazioni e speranza per le nuove generazioni».
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