Un libro per parlare di una delle sfide più importanti per la Chiesa e delle possibili risposte, sempre guardando all’accoglienza e all’ascolto della vittima. “Mostri o nostri? La prevenzione degli abusi e il trattamento dei rei: una sfida per la Chiesa”, questo il titolo del testo scritto da Don Paolo Baroli che studia e cerca una replica comune agli abusi. Il volume, che vede la prefazione del cardinale Matteo Zuppi, verrà presentato mercoledì 27 novembre, alle 18, nei locali del Museo Diocesano Arborense di Oristano.
La questione
“Si tratta di uno studio scientifico sul trattamento psicoterapeutico dei chierici perpetratori di abusi sessuali sui minori che è nato innanzitutto dall’esperienza personale di incontro, di ascolto, di accoglienza di alcune vittime di abusi – ha spiegato l’autore ai microfoni di Radio Kalaritana – In particolare, il testo vuole rispondere a una domanda che fa i conti con delle resistenze personali e istituzionali che nella Chiesa incontriamo sia nelle parti giuridiche che pastorali e la domanda è: che cosa fare con coloro che hanno commesso degli abusi?”.
La questione ha interessato sin dal principio Don Baroli, che ha ottenuto le risposte attraverso l’ascolto e il dialogo.
“Ho avuto modo di riflettere – ha raccontato don Baroli – in primo luogo con il mio vescovo, Monsignor Roberto Carboni, ma è una domanda su cui poi ho potuto riflettere anche nel confronto con i superiori di alcuni dicasteri e istituzioni della curia romana, in particolare il dicastero per il Clero e la Pontificia Commissione per la tutela dei minori. Ho preso consapevolezza che questa sia una domanda particolarmente sentita come urgente dalle conferenze episcopali di tutto il mondo, che durante le visite a Roma chiedono alla Santa Sede risposte e indicazioni pratiche su come si devono comportare con i chierici che hanno commesso abusi. Io mi sono dedicato alla ricerca e oggi con questa pubblicazione potremmo dire di aver fatto un piccolo passo avanti nelle risposte concrete al dramma degli abusi che il Santo Padre auspica e incoraggia continuamente”.
Non solo ascolto
Ascolto, ma anche prevenzione e consapevolezza delle proprie azioni e responsabilità. Queste le parole chiave per combattere una piaga dolorosa come quella degli abusi.
“Parlare di questo tema – continua Don Baroli – significa riconoscere quella che è una ferita profonda del corpo ecclesiale e iniziare così a prendere sul serio la vita, la sofferenza e il dolore di tutte le persone che hanno subito qualche forma di abuso all’interno della chiesa. Inoltre, vuol dire anche anche riconoscere la nostra responsabilità di creare ambienti sicuri e protetti ed è qualcosa che non ci può lasciare indifferenti, perché ognuno nel proprio ambito può dare il suo contributo. C’è un’immagine molto bella che utilizza un mio collega: lui dice che c’è un proverbio africano che dice che per educare un bambino ci vuole un villaggio – conclude il sacerdote – Ebbene, perché un abuso sia perpetrato o reso impossibile ci vuole un villaggio: noi, come Chiesa, dobbiamo chiederci con serietà se siamo e se vogliamo essere un villaggio che favorisce o un villaggio che impedisce la piaga degli abusi”.
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