Nelle scorse settimane, a Bologna, si è svolto il Seminario di studio, voluto dalla Cei e organizzato dal Settore per la catechesi delle persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale sulla legge «Dopo di noi» che contiene disposizioni per affrontare il futuro delle persone gravemente disabili dopo la morte di coloro che li accudiscono.
I relatori, avvocati del Foro di Roma e Bologna e giudici della Corte dei Conti e della Corte di Cassazione, avendo seguito l’iter e collaborato alla stesura della legge, hanno esposto nei dettagli i nuovi strumenti di tutela per le persone disabili, in un clima di grande coinvolgimento da parte di tutti i partecipanti.
La legge, rivolta alle persone con disabilità grave (cioè non determinata dall’invecchiamento o da patologie senili) e prive di sostegno familiare, istituisce i trust (contratti di affidamento fiduciario) e un fondo, ripartito alle Regioni, con le finalità di favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia, attraverso progetti personalizzati, previa valutazione multidimensionale.
La novità rispetto alle leggi precedenti, in cui la progettualità degli interventi era affidata esclusivamente ai Comuni e alle Asl, consiste nel dare finalmente voce al disabile, ne viene riconosciuta l’individualità e soprattutto la volontà, perché il progetto personalizzato tiene conto in particolare dei suoi desideri, delle aspettative e delle preferenze e, per una più ampia partecipazione, viene coinvolto nel successivo monitoraggio, valutazione ed eventuale revisione del progetto stesso se questo non risultasse pienamente soddisfacente.
Coerente al processo di de-istituzionalizzazione, e sempre nel rispetto di autodeterminazione e della libertà di scelta, vengono proposte soluzioni abitative di tipo familiare in zone residenziali, per non più di 5 ospiti, con spazi accessibili e organizzati anche con mobili e oggetti propri, tecnologie domotiche e camere da letto singole per una maggiore riservatezza.
La persona con disabilità grave viene accompagnata, nel suo percorso verso l’autonomia, attraverso programmi di accrescimento della consapevolezza e sviluppo di abilità e competenze per la gestione della vita quotidiana, e ne viene promossa l’inclusione sociale attraverso programmi di politiche attive del lavoro e tirocini.
Altra novità della legge: l’istituzione dei trust, gravati da vincoli di destinazione, per le famiglie che vogliono assicurare un futuro ai loro figli con disabilità grave, esenti da imposte di successione, di donazione e di bollo, e che rappresentano una garanzia di protezione legale dei beni di qualsiasi natura destinati con finalità specifiche ad un unico beneficiario, in quanto ne individuano un gestore e una persona per il controllo della realizzazione degli obblighi stabiliti nella stipula del trust.
Alcune diocesi italiane, rappresentate al seminario, come Bologna, Cassano allo Ionio, Monreale, Roma, hanno già dato vita a vari progetti di case famiglia, co-housing, convivenze protette e attività di sensibilizzazione, trasformando ex seminari o aziende in disuso.
Don Benzi diceva: «Gli uomini hanno creato gli istituti ma Dio ha creato la famiglia!»: a noi ora il compito di far conoscere le legge, sostenere le iniziative esistenti e promuoverne altre.
Stefania Meloni
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