Il liceo, una scuola che assicura una buona preparazione agli studenti Parlano alcuni genitori che hanno iscritto i loro figli in questo tipo di istituto superiore, che ha raccolto la metà delle iscrizioni complessive nel nostro Paese

EvidenzaPaolo Virdis, 48 anni, operaio, vive in un comune del cagliaritano, ed è tra le migliaia di genitori italiani che hanno presentato domanda per iscrivere al liceo il proprio figlio. «Ho una maturità tecnica ─ dice ─ e ho pensato che  mio figlio Andrea dovesse seguire gli studi  liceali perché credo che, in questo momento, siano quelli che meglio aiutino i ragazzi a prepararsi per le sfide che li attendono. Ha una buona preparazione in italiano ma anche nelle altre materie, tanto che ha sempre ricevuto la borsa di studio. È un ragazzo volenteroso che vive una vita tranquilla, senza eccessi, come tutti i suoi compagni».

Sulla scelta ha inciso anche il desiderio del ragazzo di voler fare il liceo, anche se ciò significava per lui dover raggiungere Cagliari ogni giorno in autobus. «Gli ho spiegato ─ prosegue Paolo ─ che ogni mattina, dal lunedì al sabato, si dovrà alzare alle 6.30 e dovrà viaggiare, mentre qui in paese l’istituto tecnico era più vicino. Il suo desiderio era però quello di andare al liceo e quindi lo abbiamo iscritto a Cagliari».

Se Paolo Virdis ha la maturità tecnica, Angela Deidda, 43 anni, ha invece una laurea in Lettere classiche. «Ho pensato ─ dice ─ di indirizzare la scelta di mia figlia, Carola, verso gli studi classici, perché anche io ho fatto questo percorso che mi ha poi portato alla laurea. Credo si tratti di una buona opportunità per i ragazzi per formarsi nel modo più appropriato, al di là della facoltà che eventualmente sceglieranno o dell’attività che intraprenderanno. Si insegna un modo attraverso il quale guardare alle cose del mondo: ti vengono forniti strumenti analitici e metodologici che puoi applicare a qualsiasi attività tu svolga. Lo stesso studio delle lettere classiche permette anche di avere meno deficit nella preparazione. Nella mia attività di insegnante vedo come, dopo gli anni del liceo vissuti con impegno, c’è un miglioramento notevole nella capacità di sintesi e di espressione, fondamentali non solo per chi prosegue negli studi ma anche per chi magari, dopo il classico, vuol frequentare qualche corso di specializzazione informatico o di altro tipo. Di certo avrà meno difficoltà a superare le verifiche e a prepararsi rispetto a chi ha frequentato un altro istituto. Lungi dal denigrare le altre scuole, che certamente fanno il loro lavoro egregiamente, ma è indubbio che la mia esperienza di ex-alunna del classico mi dice che quello è il miglior corsi di studi medi superiori. Ne è la prova il fatto che mio marito, laureato in Scienze politiche, ha fatto un istituto tecnico e ha avuto maggiori difficoltà nel riuscire a chiudere rapidamente gli studi per via della mancanza di un metodo di studio».

C’è anche chi ha frequentato il liceo classico senza però proseguire gli studi. «Non ho scelto quella strada ─ afferma Giovanni Russo, 52 anni, tecnico di laboratorio ─ perché subito dopo il diploma, parliamo degli anni ‘80, venne fuori un corso formativo per tecnici di laboratorio per il quale occorreva il solo diploma superiore. Mi sono iscritto e dopo un anno e mezzo passato lontano dalla Sardegna, ero a Milano, ho conseguito il titolo e ho iniziato a lavorare. Durante il corso formativo ho visto come molti miei colleghi, che provenivano anche istituti industriali o tecnici, facevano più fatica studiare, nonostante avessero già fatto molte delle materie. Per me non è stato così difficile, credo forse perché avevo frequentato il liceo. Ora mio figlio, Giuseppe laureato in Fisica, ha realizzato il suo percorso di studi nei tempi regolari e sta proseguendo la specializzazione fuori dalla Sardegna:  anche lui ha fatto il liceo classico».

Roberto Comparetti

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