L’ambito liturgico riguarda tutti i cristiani. Così monsignor Fabio Trudu, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, parla del tema del convegno diocesano su catechesi e liturgia. «È necessario – dice – vivere con consapevolezza la celebrazione liturgica. Quando parlo di consapevolezza non mi riferisco solo alla comprensione intellettuale, e quindi a sapere come si svolge il rito, quale sia il significato dei simboli liturgici. Questa è una visione riduttiva, seguita negli scorsi decenni. Oggi, con uno sguardo un po’ più critico, si può dire che questa visione è necessaria ma non è sufficiente, perché non è importante solo capire la celebrazione ma saperla vivere per quella che è. Prima ancora di un’azione compiuta dagli uomini, la liturgia è un dono che viene da Dio».
Si tratta di vivere la liturgia come un dono?
Significa viverla come un’esperienza di comunione e di incontro con il Signore. Il convegno di quest’anno ha cercato di mettere insieme la sensibilità liturgica con il percorso catechistico, in particolare quello dell’iniziazione cristiana. La crescita della consapevolezza della liturgia non riguarda solo i ragazzi e i bambini che percorrono il cammino di iniziazione cristiana ma tutti i fedeli. Si tratta di aprire un percorso formativo alla liturgia: non si nasce “iniziati” alla liturgia ma c’è un percorso di iniziazione che è dato da vari ambiti.
Quali sono?
Il primo è quello dato dalla liturgia stessa, ovvero si impara a celebrare celebrando. Faccio un esempio: un bambino impara il segno di croce, e facendolo impara che c’è un Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Non c’è bisogno di insegnargli prima la Trinità in modo che poi possa farsi il segno di croce. Si impara a pregare pregando, così per i contenuti della fede. Questo è il primo dato: la prima formazione alla liturgia è la celebrazione stessa della liturgia. C’è poi il secondo ambito che si rifà al percorso di iniziazione cristiana. Qui la formazione si fa attraverso la preghiera, la conoscenza del Bibbia, della storia della salvezza, del Credo e dell’inserimento nella vita comunitaria. Anche questo fa parte della formazione cristiana: imparando a esercitare la carità e la missione si impara anche a pregare.
E si partecipa meglio alla liturgia?
Certo, la liturgia con le preghiere, il canto, le posizioni del corpo, i riti, sono elementi che ci permettono di partecipare alla comunione con Dio e questo non dovremmo mai dimenticarlo. I riti sono importanti perché sono la strada per entrare in comunione con Dio ma non sono tutto, altrimenti si assolutizzano i riti e così facendo si fa teatro o spettacolo religioso ma non si entra in comunione con Dio.
Una consapevolezza che deve riguardare tutti i cristiani.
Ci sono tante esperienze che raccontano come l’esperienza dell’iniziazione cristiana sia portata avanti da tutta la famiglia: genitori, figli e comunità cristiana che, insieme, crescono nella fede e attraverso questo percorso entrano in relazione con la celebrazione liturgica in tutti i suoi aspetti, soprattutto con l’Eucaristia domenicale, e quindi tendendo verso una maggiore comunione con Dio.
Questo è ciò che dal convegno catechistico è emerso come percorso per il prossimo futuro.
Roberto Comparetti
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