Nella diocesi di Malakal, in Sud Sudan, la situazione resta critica nonostante la fine della guerra civile cinque anni fa. La regione è fortemente colpita da povertà estrema, e le infrastrutture rimangono danneggiate, come l’aeroporto, ancora in macerie. Circa 50.000 sfollati vivono in condizioni precarie da oltre dieci anni e la recente crisi nel vicino Sudan ha portato all’arrivo di altri 500.000 rifugiati. Malakal è una terra di frontiera e anche soggetta a frequenti alluvioni, che aggravano la situazione.
Caritas italiana ha destinato ingenti risorse per rispondere a questa emergenza e lavora in collaborazione con la Caritas locale. Gli interventi includono distribuzioni di cibo nei campi profughi, progetti per il miglioramento dell’accesso all’acqua potabile e lo sviluppo agricolo per sostenere l’autosufficienza delle comunità. È attivo anche un supporto psicosociale per le donne e le ragazze nei campi profughi e la formazione di volontari nelle parrocchie per il sostegno dei malati mentali.
Nonostante il fragile equilibrio politico e il rinvio delle elezioni, che minaccia la stabilità, la Chiesa e le comunità locali continuano a sperare in una pace duratura. I vescovi locali invitano a non cadere nelle divisioni etniche e a lavorare per l’unità. Come affermato da monsignor Christian Carlassare, la speranza è viva nelle comunità stesse, che rappresentano la forza per una possibile rinascita del Sud Sudan.
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