Domenica ricorre il cinquantesimo anniversario dalla fondazione della parrocchia di Santa Maria degli Angeli di Flumini di Quartu. Negli anni sessanta territorio completamente dedicato all’agricoltura, vi abitavano circa 150 persone e faceva capo alla parrocchia di Sant’Antonio di Padova, retta dai frati minori. In quel periodo padre Alessandro Nocco, iniziava il suo impegno a favore della piccola comunità, presso la colonia delle Figlie della Carità di san Vincenzo de Paoli, una delle poche costruzioni della zona. La prima chiesa parrocchiale invece fu la cappella del convento delle Pie Suore della Redenzione. Nel territorio erano presenti anche le chiese di Sant’Andrea nell’omonima località, e quella di san Francesco a Capitana.
Il 1° luglio 1968 monsignor Paolo Botto, con la firma del decreto, fondava la parrocchia di Santa Maria degli Angeli, nominando poi come parroco lo stesso padre Alessandro, che nei successivi trent’anni, fino al 1999, si dette un gran da fare per la creazione dei diversi servizi presenti tutt’oggi. Oltre alla chiesa parrocchiale, inaugurata nel 1974, le scuole, la farmacia, l’ufficio postale, la costruzione dei primi impianti sportivi negli spazi adiacenti la parrocchia e delle aule catechistiche e il collegamento con i mezzi pubblici alla città.
Nel 1999 fu chiamato alla guida della comunità padre Mario Solinas e dal 2002 la parrocchia passò alla diocesi di Cagliari, quando l’allora arcivescovo Ottorino Pietro Alberti nominò l’attuale parroco, don Gianni Paderi. «Padre Alessandro – racconta il parroco – è stato fondamentale per questa comunità. È stato enorme infatti il suo impegno nella cura sia dal punto di vista umano, che sociale e spirituale. Per questo motivo è stata presentata in municipio, la proposta di dedicargli la piazza antistante la parrocchia».
Nel corso degli anni gli abitanti sono aumentati in maniera esponenziale, oggi se ne contano oltre undicimila. La parrocchia si estende da Foxi fino a Kala ‘e Moru, e dal mare fino al confine con Quartucciu, nella zona di Sant’Isidoro. «È una città di campagna – riprende don Gianni. Città, per il numero elevato di abitanti. Di campagna, per via della conformazione e frammentazione del territorio e la suddivisione nelle diverse zone e lottizzazioni».
Ad oggi la viva comunità parrocchiale vede la presenza di catechisti, volontari per la pulizia della chiesa, gli animatori ed educatori dell’oratorio, i comitati della Madonna, l’Ordine francescano secolare, la Conferenza vincenziana e i diversi cori che nel fine settimana animano tutte le celebrazioni.
In preparazione ai festeggiamenti la comunità ha accolto la statua pellegrina della Madonna di Fatima, custodita dai Servi del Cuore Immacolato di Maria. «Abbiamo voluto coinvolgere – precisa don Gianni – con delle celebrazioni loro dedicate, anche tutti coloro che nel corso di questi cinquantanni, hanno ricevuto in questa parrocchia i sacramenti dell’iniziazione cristiana o che nel territorio della parrocchia hanno contratto matrimonio».
Proprio in occasione del cinquantesimo, domenica, alla presenza dell’arcivescovo Arrigo Miglio, viene dedicata e consacrata la chiesa parrocchiale, e come prevede il rito, vengono posizionate ai piedi dell’altare le reliquie dei santi Francesco e Chiara d’Assisi, Salvatore da Horta, Ignazio da Laconi e Nicola da Gesturi, oltre alle reliquie donate dai Servi del Cuore Immacolato di Maria, dei santi pastorelli di Fatima, Francesco e Giacinta.
Fabio Figus
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