Un futuro incerto, per migliaia di lavoratori, per le loro famiglie e, dunque, per un intero territorio, quello del Sulcis. Una situazione che ha spinto ancora una volta i lavoratori della Portovesme Srl a riunirsi, per stabilire le prossime azioni per far sentire la propria voce alla proprietaria Glencore, ma anche al governo nazionale.
L’esito
La riunione dei lavoratori si è tenuta nella giornata di martedì 12 novembre ed è stata tra le più partecipate. “Quella che si vive è un’atmosfera di grande preoccupazione per il futuro lavorativo di circa 1000-1200 persone tra diretti, indiretti, ma anche per tutti i lavoratori che operano nel polo di Portovesme – ha spiegato ai microfoni di Radio Kalaritana Emanuele Madeddu, segretario della Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale – Oltre 300 persone hanno gremito la sala assemblee”. Alla preoccupazione si è risposto rimarcando le posizioni già chiarite ad azienda e interlocutori politici: “Glencore deve tornare sui propri passi e mantenere l’impegno iniziale di andare avanti con la produzione dello zinco, fino al termine dello studio di fattibilità del litio. E solo in quel momento ragionare su un possibile switch. Al momento, lo studio di fattibilità del litio sarà a gennaio 2027: quindi, per noi, in questo momento non c’è all’ordine del giorno neanche la discussione su questo tema”.
Risposte attese
Per ribadire con forza le proprie istanze, i lavoratori durante l’assemblea hanno deciso di proclamare lo stato d’agitazione, il blocco degli straordinari e delle reperibilità e la consultazione preventiva della Rsu su tutte le decisioni non ordinarie. Azioni che anticiperanno una manifestazione che dovrebbe tenersi a Roma a fine novembre. Lì dove potrebbero incrociarsi le richieste ad azienda e politica, come successo nel recente passato.
“A fine settembre c’è stato un incontro al Mimit dove erano presenti le organizzazioni sindacali, il governo, Glencore e anche le istituzioni territoriali – prosegue l’esponente della Cgil – In quella sede il governo aveva dato manforte alla proposta delle organizzazioni sindacali di chiedere all’azienda di sospendere il percorso di chiusura, cosa che invece Glencore non sta facendo. La procedura di chiusura può comunque essere ancora reversibile per i prossimi 25-30 giorni. Dopo quell’incontro ce n’è stato uno successivo tra governo e Glencore, ma in quella sede per quello che abbiamo appreso dagli organi di stampa, è uscito dalla discussione il tema dello zinco. Per questo motivo, durante l’assemblea, è nata la preoccupazione, ma anche la necessità di capire cosa intende fare invece il governo verso Glencore”.
Da Roma, dunque, i lavoratori e sindacati si aspettano maggior trasparenza su quello che sarà il futuro. “Serve chiarezza da parte del governo, è necessaria una decisione importante che possa anche stimolare decisioni diverse da parte di Glencore. Anche per questo motivo noi riteniamo necessario andare con i lavoratori a Roma. Chiederemo alle istituzioni locali, alla Regione Sardegna e a tutti i soggetti interessati, di essere presenti a Roma, perché – conclude Madeddu – questa non è una battaglia dei soli lavoratori della Portovesme Srl, ma di un intero territorio“.
Matteo Cardia
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