Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B)

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».

I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».

Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

(Mc 14, 12-16. 22-26)

Commento a cura di Davide Meloni

Vivere l’eucaristia significa, accostarsi al mistero dell’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, e così entrare nel cuore più profondo della fede cristiana.

Istituendo l’eucaristia poco prima di essere catturato e condannato Gesù svela il senso degli avvenimenti che di lì a poco sarebbero accaduti: non una tragica fatalità, ma il dono che egli liberamente fa di se stesso, un dono totale e definitivo che potesse raggiungere gli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi.

Così, quello che agli occhi del mondo poteva apparire come il triste epilogo della sua vicenda umana si rivela essere quell’avvenimento di salvezza che investe la storia intera.

Per capire la natura di questo dono è importante soffermarsi sulle parole di Gesù: «Prendete, questo è il mio corpo […] Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti».

Il Signore sta dicendo di non essere venuto per darci semplicemente qualcosa.

Egli ci dona se stesso, desidera entrare in comunione con la nostra vita, vuole coinvolgersi con ciascuno di noi.

È lo sposo, colui che si lega in modo pieno e definitivo alla sposa, cioè all’umanità intera.

Per indicare questa volontà di comunione Gesù usa la parola alleanza, categoria ben nota agli israeliti.

Spesso utilizziamo questo termine per designare un legame provvisorio, realizzato in vista di un determinato scopo (per esempio un’alleanza militare o politica).

Per Israele parlare di alleanza significava invece far memoria di una storia di amicizia che Dio aveva deciso di realizzare con il suo popolo.

Voleva dire parlare di Abramo, di Mosè e di una lunga storia di amore e di fedeltà che Dio aveva stabilito con Israele.

Ecco, con l’eucaristia Dio fa con noi un’alleanza nuova ed eterna, si lega alla vita di ciascuno di noi in modo totale e irrevocabile.

Nell’eucaristia Gesù dice a ciascuno di noi: «Non temere, sono con te, ti ho scelto, ti ho chiamato per nome, sei prezioso ai miei occhi, sarò con te sempre».

Si può fare un passo ulteriore.

L’eucaristia non ha semplicemente l’effetto di unirci a Gesù, di farci diventare uno con lui. Partecipare all’eucaristia rende tutti noi una sola cosa. Siamo uno in Cristo. D

a questo punto di vista è significativo che le preghiere eucaristiche con le quali vengono consacrati il pane e il vino includano sempre una preghiera allo Spirito Santo perché, partecipando ad un unico pane e ad un unico calice, siamo riuniti in un solo corpo.

Purtroppo non è raro vedere dei cristiani che vivono il rapporto con l’eucaristia in modo intimistico e individualistico, come se la comunione fosse semplicemente una relazione tra ciascuno di noi e Gesù.

Niente di tutto questo. 

L’eucaristia ci fa essere uno, perciò non solo entriamo in comunione con Cristo ma, attraverso lo Spirito Santo, siamo uniti gli uni agli altri.

Ciò ha come conseguenza che viviamo veramente l’eucaristia se abbiamo amore gli uni per gli altri, se iniziamo ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amato.

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