Ricorrono nel 2020 i cinquecento anni dalla nascita di san Salvatore da Horta, avvenuta in Spagna nel dicembre del 1520.
A Cagliari fervono i preparativi per la festa in suo onore, e il prossimo 17 e 18 marzo, il santuario a lui dedicato nella chiesa di santa Rosalia di via Torino, retto dai Frati Minori, vedrà la presenza di tantissimi devoti del Santo taumaturgo, provenienti da ogni parte dell’Isola. Sarà l’occasione per riscoprire i valori della fede che lo stesso Santo ha trasmesso durante la sua vita, e in particolare in città, tra il 1565 e il 1567.
Come da tradizione, la preparazione alla festa di marzo è preceduta dai «Nove mercoledì solenni» dedicati a san Salvatore da Horta, e da lunedì 9, prende il via il novenario di preghiera che ogni giorno prevede la recita del Rosario alle 17.15, a seguire il vespro, e alle 18 la Messa con omelia e la preghiera a San Salvatore.
Mercoledì 17 marzo alle 21.15 la comunità dei frati del convento di san Mauro ha organizzato a santa Rosalia una veglia di preghiera dedicata ai giovani, che, attraverso la catechesi prevede un itinerario di riscoperta della vita del santo taumaturgo.
Il 18, giorno della festa liturgica, sono previste le Messe ogni ora a partire dalle 8.30.
Alle 11.30 la Messa solenne sarà presieduta dal Ministro Generale dei Frati Minori, fr. Michael Perry, mentre alle 18.30 sarà la volta dell’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi.
«La figura di san Salvatore da Horta – racconta padre Mario Solinas, rettore del santuario cittadino dedicato al santo spagnolo – seppur vissuto diversi secoli fa, mantiene nei sardi una devozione molto grande, anche se capita di incontrare persone che oggi non conoscono più la sua storia e l’importanza che le sue gesta hanno avuto nella Cagliari del suo tempo».
La stessa presenza del Ministro generale dell’Ordine in occasione della festa, segna l’importanza per questo quinto centenario dalla nascita, e sarà per lui l’occasione di incontrare i frati che si danno appuntamento ogni anno in città accompagnati dalle delegazioni di fedeli delle rispettive località di servizio in tutta la Sardegna.
«L’attenzione ai più piccoli era una delle caratteristiche principali di san Salvatore da Horta – riprende padre Solinas. Il santo è un fratello maggiore, è trasparenza di Dio, che rende presente Dio agli uomini. Ci fa capire che Dio è vicino, che Dio è Misericordia e Provvidenza, che Dio è cura. San Salvatore – prosegue il francescano – durante la sua vita non ha fatto altro che accogliere tutti, per avvicinarli a Dio in modo pieno».
«È conosciuto soprattutto come taumaturgo, ma non dobbiamo dimenticare che prima di guarire i malati che ricorrevano alla sua intercessione, spezzava la Parola invitandoli alla costanza nei sacramenti. Non faceva mai miracoli, se la persona non si fosse prima pienamente riconciliata con Dio, se non si fosse nutrito dell’Eucarestia e affidato alla materna figura di Maria. Solo a quel punto san Salvatore faceva un segno di Croce sulla persona e questa veniva guarita».
Una proposta che i santi di ogni tempo fanno alla vita dell’uomo, motivo per il quale ancora oggi san Salvatore da Horta è un punto di riferimento per la fede e per la richiesta di intercessione, soprattutto per la guarigione dalle malattie gravi.
Fabio Figus
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