Sciopero medici e infermieri, anche la Sardegna protesta Solinas (Nursing Up): "Siamo stati dimenticati, servono salari più alti e revisione degli organici"

Una foto della manifestazione | Nursing Up Facebook

“I professionisti sanitari, gli infermieri, le ostetriche, tutti i tecnici laureati della sanità italiana e sarda hanno deciso di rompere il silenzio e finalmente portare in piazza il loro malcontento. Un malcontento dovuto al mancato rispetto portato anche da un nuovo contratto proposto che vede degli aumenti miseri di fronte a un caro vita crescente e a un investimento sempre più basso per quanto riguarda il mondo sanitario della regione e anche a livello nazionale”. Così Marco Solinas, responsabile di Nursing Up per la Asl di Oristano, ha spiegato ai microfoni di Radio Kalaritana le motivazioni dello sciopero dei lavoratori del settore sanitario di oggi, mercoledì 20 novembre.

Quadro

La situazione in Sardegna non è l’unica deficitaria al momento nel Paese. Le difficoltà accomunano tutta l’Italia, con la preoccupazione che è aumentata a fronte di una manovra di bilancio ritenuta insufficiente da parte dei sindacati. “Questa è una situazione che ci accomuna tutti – continua Solinas – Scegliere lo sciopero per un sanitario è sempre un problema, anche di coscienza. Vogliamo però rivendicare i nostri diritti, gli anni di studio, ma anche i rischi interconnessi alla nostra professione, come si può evincere dalle varie aggressioni. Non possiamo rimanere in silenzio in questo momento”.

Isola

Quanto denunciato però negli ultimi anni nell’Isola ha spinto ancora di più i sindacati isolani a prendere parte all’iniziativa indetta per 24 ore. Con la mancanza di ricambio generazionale e i bassi salari che rimangono tra le principali problematiche vissute da chi già lavora e da chi vorrebbe invece intraprendere una carriera nel settore dopo anni di studi. A pagare sono soprattutto i territori, come accade nell’area di Oristano. “Diciamo che anche nell’oristanese abbiamo una mancanza di professionisti – sottolinea il responsabile di Nursing Up – Bisogna tener conto che ormai sono pochi anche i ragazzi che scelgono di iscriversi ai corsi di laurea di infermieristica, ostetricia e altre professioni sanitarie. Di fronte a uno stipendio di 1.500 Euro e a delle grosse responsabilità in campo eventualmente penale, tutto diventa più complicato. Non si ha la certezza per il domani”.

Cambio di rotta

La situazione, dunque, secondo Nursing Up, avrebbe bisogno di un altro tipo di approccio. “Occorrerebbe una revisione per quanto riguarda gli organici – sostiene Solinas – Molti ospedali hanno degli organici ormai obsoleti, che rispecchiano realtà di molti anni fa. Inoltre va contrastata la carenza di personale con degli incentivi. A oggi viene da chiedersi perché un professionista dovrebbe lavorare in Sardegna. Dopo il Covid siamo stati dimenticati, lo prendiamo ormai come un dato di fatto”.

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