La campanella è tornata a scandire le giornate di oltre 176.000 studenti in Sardegna. Il ciclo scolastico in Sardegna soffre di due grandi malattie diventate croniche: la dispersione scolastica e lo spopolamento. In appena dieci anni l’Isola ha perso il 17% dei suoi studenti: numeri che fanno comprendere l’importanza di un cambio di rotta. Sono anche le condizioni di lavoro degli insegnanti però a preoccupare. A confermarlo i sindacati di un comparto dove precarietà fa rima con normalità.
«Sono state assegnate circa 1900 cattedre – afferma la segretaria regionale della FLC Cgil Emanuela Valurta – ma quest’anno verranno assunti solo 1549 precari: tutti gli altri rimarranno nell’incertezza. L’entrata di nuovi docenti andrà avanti sino a dicembre e le mancate assunzioni di personale precario porteranno a conseguenze per la continuità didattica ». «Il tutto – chiosa Valurta – a scapito degli studenti». La situazione non migliora per il personale Ata e per i dirigenti scolastici, ma il contraccolpo sugli studenti resta il dato più preoccupante. «C’è un 20% dei docenti – dichiara Susanna Serra, segretaria di Cisl Scuola per la provincia di Cagliari – che si è deciso di non stabilizzare. Poi la situazione degli insegnanti di sostegno che, anche se specializzati, non potranno entrare a scuola fino all’assegnazione delle supplenze. Problemi che hanno ritardato l’avvio dell’accoglienza degli studenti». «Sono convinta – conclude Serra – che le professionalità dei nostri colleghi sopperiranno ad alcune mancanze. Ma siamo anche consapevoli che, con ulteriori fondi e la valorizzazione reale di tutte le professionalità, la ricaduta sugli studenti sarebbe oltremodo positiva e ci aiuterebbe a combattere la dispersione scolastica».
Matteo Cardia
Kalaritana – Avvenire di domenica 22 settembre 2024
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