Una notte di conoscenza e di riflessioni, per avvicinare l’Università di Cagliari ai cagliaritani e non solo. L’Exmà ha ospitato la terza edizione della Notte dei ricercatori europea, manifestazione che unisce 15 atenei italiani con il resto del Vecchio continente. Una chance importante per intrecciare i diversi tessuti sociali della comunità.
«La Sharper Night è un evento di apertura scientifica al territorio – dice Isabella Sulis, docente di statistica sociale – un’opportunità unica per spiegare i contenuti delle nostre ricerche, a cosa servono, in che modo possano impattare sulla vita di tutti e come possono essere fruite da chi prende decisioni. Un’occasione per stimolare la curiosità dei cittadini di ogni generazione e avvicinare i giovani al mondo della ricerca».
Un obiettivo che è stato raggiunto dall’Università di Cagliari attraverso numerosi laboratori interattivi, dedicati anche ai grandi e ai più piccoli, e dieci talk che hanno dato vita a dibattiti e riflessioni su temi differenti, dalla cultura alla lotta alle disuguaglianze, passando per la situazione delle carceri.
«Quello raggiunto è stato un bellissimo risultato – afferma Francesco Pilo, Prorettore delegato per il territorio e l’innovazione e docente di Ingegneria industriale e dell’informazione – siamo molto contenti dell’impatto dell’evento, con famiglie intere che hanno portato i bambini a giocare con i nostri ricercatori e con la ricerca, a capire quanto è entusiasmante questo mestiere. Abbiamo messo in funzione per la prima volta un sistema di misurazione degli accessi e i numeri sono stati confortanti, con picchi anche di mille persone. Questo è frutto delle tante personalità che hanno lavorato all’evento: è stato un grande sforzo collettivo».
Quello vissuto dalla ricerca è un momento positivo, soprattutto per via di maggiori fondi a disposizione, anche se le sfide non mancano: «Gli investimenti sono tanti – continua Pilo – e a Cagliari si sta bene, i risultati sono per questo ottimi. Abbiamo diversi ricercatori nel 2% di quelli considerati i più influenti al mondo secondo Stanford, siamo quinti nella classifica delle università secondo il Censis. Si tratta di un periodo in cui si sta bene dal punto di vista economico grazie al Pnrr. La sfida ora – conclude il Prorettore – è capire come mantenere questi standard quando cesseranno gli effetti del Piano di ripresa e resilienza, così come raggiungere i più giovani, fargli capire l’importanza del ruolo e motivarli. Su questo bisogna lavorare tutti insieme: cercare di attirarli, di non farli andare via oppure far sì che rientrino dall’estero».
Matteo Cardia
Kalaritana – Avvenire di domenica 6 ottobre 2024
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