Per milioni di rifugiati e sfollati è iniziato il periodo più difficile e pericoloso dell’anno. La stagione invernale comporta rischi concreti per la sopravvivenza di moltissime famiglie vulnerabili in fuga. Come emerge dal rapporto di Unhcr Mid Year Trends, il numero di persone nel mondo in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni ha superato la cifra record di 122 milioni.
Nuova campagna
Per molti di loro, soprattutto per i rifugiati e gli sfollati in Libano, Siria, Ucraina e Afghanistan, quello in corso si preannuncia come uno dei peggiori inverni di sempre. Centinaia di migliaia di famiglie non riescono infatti a proteggersi dalle temperature gelide, non dispongono di abiti invernali e coperte e nemmeno di risorse sufficienti per pagare l’affitto e acquistare cibo e medicine. Raccogliere con urgenza fondi per fornire subito aiuti salvavita ai rifugiati e agli sfollati è l’obiettivo della campagna di Unhcr al via oggi, dal titolo: “Un altro inverno lontano da casa” e che comprende 8 Paesi: Afghanistan, Pakistan, Egitto, Siria, Giordania, Libano, Ucraina e Moldavia.
La tragedia libanese
In Libano, dall’inizio dell’offensiva israeliana, il Paese ha conosciuto settimane devastanti. Si stima che 1 milione e 300mila persone siano state colpite direttamente e sradicate dalle loro case. Sono 190 mila le persone che attualmente vivono negli oltre 1.000 centri collettivi, ma centinaia di persone a Beirut e in altre aree sono costrette a dormire per strada, mentre le temperature scendono pericolosamente. Dall’inizio dell’escalation in Libano 557mila persone hanno attraversato il confine libanese e raggiunto la Siria, esauste e in condizioni di vulnerabilità. La maggior parte dei nuovi arrivati (80%) sono donne e bambini. Arrivano in un Paese segnato da anni di crisi e instabilità e dove 15,3 milioni di persone necessitano aiuti umanitari. Gli inverni in Siria possono essere incredibilmente rigidi, con tempeste, nevicate e temperature ben al di sotto dello zero.
Le sofferenze in Ucraina
In Ucraina, superato il triste traguardo dei 1.000 giorni dall’invasione su larga scala da parte della Federazione Russa, i bisogni della popolazione aumentano per via degli intensi attacchi e dell’arrivo di un’altra estenuante stagione invernale. La distruzione delle infrastrutture energetiche ha portato negli ultimi mesi a una perdita complessiva del 65% della capacità di produzione di energia. E gli attacchi continuano, causando interruzioni alle forniture di elettricità, riscaldamento e acqua, mentre iniziano le prime nevicate. Si stima che almeno 2 milioni di persone abbiano subito danni o la distruzione delle loro case. Da agosto, circa 170.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case nell’est del Paese. Molti sono stati evacuati dalle zone in cui sono in corso le ostilità e si sono aggiunti ai quasi 4 milioni di sfollati e agli altri 6,7 milioni di rifugiati che hanno cercato sicurezza fuori dal Paese.
Afghanistan, tra crisi economica e ambientale
L’Afghanistan si conferma una delle più gravi crisi umanitarie del mondo. Si stima che nel 2024 necessiteranno di aiuti un totale di 23,7 milioni di persone. Il Paese sconta gli effetti di un grave declino economico e le conseguenze di decenni di conflitti e disastri naturali. L’Afghanistan è tra i Paesi più esposti a condizioni climatiche estreme, come siccità e tempeste e tra i meno preparati ad adattarsi all’impatto dei cambiamenti climatici. In alcune aree le temperature invernali possono scendere fino a -25 gradi.
Fonte: AgenSir
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