L’arrivo è previsto tra oggi e martedì, dopo un lungo viaggio, con diversi scali e una stanchezza che di certo si farà sentire.
Alla vigilia della partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù in programma a Panama dal 21 al 28 gennaio l’umore della delegazione diocesana è decisamente buono.
«Sono già stata a Santiago de Compostela – dice Marta Lao, studentessa in medicina. È stata un’esperienza arricchente, che ancora mi porto dentro. A Panama mi aspetto di vivere giornate di condivisione, con persone di tutto il mondo. Sarà importante fare squadra tra noi di Cagliari ma anche dialogare e conoscere meglio giovani che hanno alle spalle esperienze differenti dalle nostre».
Quanto ai timori o alle preoccupazioni Marta non si scompone. «Sono fiduciosa che tutto andrà per il meglio: è stato organizzato nel migliore dei modi e sono sicura che la Giornata mondiale di Panama sarà bellissima».
Per Alberto Nateri, animatore di pastorale giovanile la Gmg di Panama sarà un’occasione per conoscere qualcosa di più su chi vive dall’altra parte del mondo. «Mi incuriosisce – dice – capire come i giovani di quelle zone vivono la loro fede. Avranno modalità differenti per esprimere il loro credo, forse anche più autentico di quello che mostriamo noi qui in Sardegna. Non è la mia prima esperienza di questo tipo e quindi le persone a me vicine non hanno grande preoccupazione: l’unica sarà il fuso orario per poter chiamare casa».
Per arrivare alla Gmg di Panama è stato elaborato un percorso fatto di incontri e adorazioni, realizzati anche con la pastorale vocazionale.
La scelta di Panama emersa già a Cracovia aveva spinto molti a «prenotare» la presenza in Centro America. «Dall’annuncio fatto in Polonia che indicava quella località – racconta Nicola Dessì, studente in Scienze motorie – il desiderio è stato di partecipare in maniera massiccia. In realtà poi solo in pochi hanno avuto questa fortuna, ma sappiamo che sarà un’esperienza davvero importante e che segnerà la nostra vita. Si tratta di un viaggio fuori Europa, che ci aiuterà a mettere a fuoco la nostra fede, a verificare a quale punto del percorso siamo, insieme a quelli che con noi, portano avanti il cammino di pastorale giovanile, insieme a tanti altri giovani che vivono in realtà diverse dalle nostre, specie chi abita in quelle zone».
Su tutti resta però la preoccupazione dei parenti. «Nei parenti – dice Nicola – c’è preoccupazione, tra gli amici invece c’è entusiasmo per ciò che andrò a vivere».
Chi invece è alla sua prima Gmg è Marta Ruggeri, infermiera. «Ho deciso di partecipare – afferma – dopo aver sentito i commenti entusiastici dei partecipanti alla scorsa Gmg. Non so cosa mi attende ma sono carica ed ho un atteggiamento positivo, con una grande curiosità». Ciò che per Marta è decisamente positivo è la sistemazione nelle famiglie. «Una delle cose belle – conclude – che questa Gmg ci darà, è la possibilità di stare nelle famiglie. Lì potremo vedere con i nostri occhi come si vive, in una realtà così distante e certamente diversa dalla nostra. Se avessimo vissuto l’esperienza della Gmg tra noi sardi o italiani avremmo avuto meno possibilità di comprendere quale sia la vita in quella parte del mondo. Sarà uno scambio positivo che non mi spaventa».
Roberto Comparetti
© Copyright Il Portico