Ci sono convegni che non solo aprono la mente ma che allargano soprattutto il cuore. Questo, in sintesi, il convegno «Catechesi e disabilità: un’attenzione necessaria nella vita quotidiana della Chiesa» organizzato dal Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, dal settore per la catechesi delle persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale, da «The National Catholic Partnership on Disability» e da «Kairos Forum», che si è tenuto a Roma dal 20 al 22 ottobre.
Un’attenzione necessaria da parte della Chiesa ma soprattutto «urgente», ha sottolineato monsignor Rino Fisichella nell’introduzione ai lavori a cui hanno partecipato rappresentanti dei cinque continenti testimoni delle diverse realtà locali.
È stato un susseguirsi intenso di relazioni profonde ed illuminanti, di esperienze toccanti ed emozionanti, attraverso una pluralità non solo di lingue ma di linguaggi che esprimevano l’unico desiderio di condividere la stessa fede nell’amore di un Dio che, nel farsi conoscere, abbatte e va oltre ogni limite fisico o psichico e ogni fragilità.
E che «il volto di Cristo risplende nell’intimo di ogni persona» come ha detto papa Francesco nel suo discorso, l’abbiamo toccato con gioia e stupore nell’ascoltare la chiamata alla consacrazione di alcune monache con la sindrome di Down della comunità «Petites Soeurs disciples de l’Agneau», nel racconto relativo al suo ministero sacerdotale fatto da padre Michael, non udente, di Detroit, e nella preghiera dei cerebrolesi della comunità «Saint Martin Catholic» in Kenya, narrata da don Gabriele.
Il Papa si augura infatti non solo l’inclusione nelle comunità delle persone con disabilità ma che «possano essere loro stesse catechisti, anche con la loro testimonianza, per trasmettere la fede in modo più efficace».
È stata inoltre allestita la mostra «Il Catechismo della Chiesa Cattolica accessibile», per la presentazione di progetti liturgico-catechetici, strumenti pastorali e catechistici inclusivi, testi in Comunicazione aumentativa alternativa, testi semplificati, attività e giochi, già utilizzati nelle diverse diocesi e in parte realizzati con il contributo degli stessi ragazzi con disabilità.
Queste giornate sono state un respirare all’unisono e sentirsi un Corpo solo, grazie alla ricchezza delle diversità, sia nel convegno sia nella Messa celebrata in san Pietro in cui la bellezza del luogo faceva da sfondo alle preghiere e ai canti, in una armonia di voci e di segni con le mani che in sintonia fra loro e con la musica parevano danzare presso la tomba del Principe degli Apostoli.
Stefania Meloni
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