Scambio di esperienze e arricchimento reciproco Oltre cento ragazzi al campo estivo internazionale della Caritas

scambioCentoventi ragazzi di una quindicina di nazionalità impegnati nel servizio ai più bisognosi durante il sesto campo estivo internazionale organizzato dalla Caritas diocesana, in collaborazione con il CSV Sardegna solidale, il Seminario arcivescovile, l’Ufficio Migrantes e con altre realtà locali. «Il campo  – spiega il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai – è una scuola di vita per tanti giovani,   che sanno superare ogni barriera, fraternizzare, progettare e lavorare insieme».

Ad ospitare l’iniziativa, per il quarto anno consecutivo, i missionari saveriani. «Grazie a questo campo – spiega Padre Gianni Zampini, responsabile della comunità di Cagliari – i ragazzi italiani imparano a superare i pregiudizi verso i loro coetanei immigrati che arrivano da noi perché costretti a fuggire dai loro paesi: hanno la possibilità di conoscerli, di capire che sono come loro, con le loro speranze e i loro sogni». Un’esperienza positiva per i partecipanti, coordinati dall’equipe e da una quindicina di volontari. La mattina servizio accanto alle persone senza dimora, malate, anziane, disabili, a rifugiati e bambini rom, e la sera momenti di formazione e incontro con altri testimoni di solidarietà.  In apertura del campo, la messa celebrata dall’arcivescovo, Arrigo Miglio, che ha invitato i giovani ad aprirsi e a incontrare l’altro, superando le paure, perché proprio in quest’incontro c’è la presenza di Dio.

Tra i partecipanti, alcuni seminaristi, ragazzi della pastorale giovanile, quelli impegnati nei progetti di Servizio civile della Caritas, giovani di diverse parrocchie, realtà ecclesiali, e di altre Caritas italiane. «Un’occasione per mettersi in gioco – spiega don Francesco Deffenu, animatore del seminario arcivescovile – per condividere con altri giovani l’esperienza di fede e servizio. Servire da soli si può, ma, se lo si fa insieme ha tutto un altro valore. Per i nostri seminaristi la preghiera vissuta durante l’anno trova nel servizio la sua più alta realizzazione. Qui, non sono i soli a vivere questo cammino, ma tanti giovani come loro provano a mettersi in gioco e a spendere la loro vita per ideali alti».

Tommaso, seminarista, ha svolto il suo servizio accanto alle persone anziane, nella casa di riposo delle Figlie eucaristiche di Cristo Re. «Un’esperienza che mi ha arricchito, un mettere in contatto diverse generazioni, e diversi continenti».

«Grazie a questa iniziativa – spiega don Andrea Piseddu, direttore della pastorale giovanile diocesana – prosegue il cammino di pastorale integrata. Essa mi ha permesso di entrare in relazione con tante realtà cittadine, con l’unico obiettivo di condividere. Un’esperienza forte anche per i ragazzi: abbiamo ricordato l’importanza della loro presenza nella Chiesa oggi».

Nilo, animatore della pastorale giovanile, ha svolto servizio nei magazzini Caritas: «Non solo ho conosciuto nuove persone, ma ho avuto anche la possibilità di mettermi al servizio degli altri, e questo è stato un grande arricchimento come cristiano e come persona». Chiara, del Movimento eucaristico giovanile di Monserrato ha svolto servizio nella cucina Caritas:  «Un’esperienza che fa crescere. Capisci il valore della vita, e tutto il lavoro che c’è dietro per soddisfare i bisogni delle persone in difficoltà».  «In questi giorni – spiega Kevin, originario della Costa d’Avorio, impegnato nel servizio civile – tanti ragazzi di nazionalità e culture diverse hanno cercato di costruire una nuova famiglia».  «Per me – dice Chiara, della Caritas di Messina – che ho fatto un master di cooperazione internazionale, è stata un’esperienza di grande crescita».

«Durante il campo – spiega don Marco, della Caritas di Ariano Irpino-Lacedonia – ho scoperto e realizzato pienamente la frase di don Tonino Bello, la “convivialità delle differenze”: tra tante nazionalità diverse, si riesce a stare uniti con la voglia di condividere e scambiarsi semplicemente sguardi, abbracci e amicizia».

Maria Chiara Cugusi

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